Lulù Oliveira: “Stasera per me è un derby; occhio a Lukaku e Chiesa in campo”

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Un bomber, Lulù Oliveira. A metà degli anni 90 scelse di sposare la causa belga. In quegli anni era più semplice, per poter ottenere il permesso di vestire la maglia di una nazionale diversa rispetto a quella di nascita, bastava aver giocato per qualche anno, con continuità, quel campionato e il gioco era fatto.
E per lei fu tutto molto facile...«Giocavo da anni con l’Anderlecht e quindi non avevo problemi a vestire la maglia del Belgio. Accettai la convocazione anche con grande piacere. Ma mio padre non la prese altrettanto bene».
Ovvero? «Ovviamente lui sognava un figlio con la maglia verdeoro del Brasile e fargli capire che la mia scelta sarebbe stata un’altra fu durissima. Quando venne a sapere che un collaboratore di Falcao, all’epoca ct del Brasile, mi aveva contattato ricevendo da me una risposta negativa perché avevo già scelto il Belgio, non mi parlò per settimane». 
E poi? «Per fortuna è venuto in Belgio, ha visto una mia partita in nazionale, si è commosso e mi ha detto: Sei veramente cambiato e sei un grandissimo giocatore. Abbiamo fatto pace così».
Così la sua vita è legata al Belgio…«Mi sono sposato con una belga e mi sento belga a tutti gli effetti, anche se l’Italia resta sempre la mia nazione di adozione».
Insomma: per lei stasera sarà un derby. «Sono belga ma mi sento anche molto italiano, devo ringraziare il Belgio che mi ha dato tanto e mi ha fatto diventare uomo, così come la serie A che mi ha completato la vita».
Rispetto ai suoi tempi questo è un altro Belgio… «Il calcio belga è cresciuto tantissimo. Hanno copiato l’Italia puntando molto sui giovani, come si faceva in serie A ai miei tempi. Così hanno trovato ragazzi importanti: non era facile in una nazione così piccola trovare tanti talenti. Adesso devono vincere qualcosa e consacrarsi, altrimenti sarà tutto sprecato».
E l’Italia? «Mancini deve continuare nel solco del primo quarto d’ora contro l’Austria: forza mentale e voglia di fare subito gol. Contro il Belgio non sarà la stessa cosa, sarà una partita più aperta e il ritmo gioco sarà più elevato. Se fossi in Mancini farei giocare sempre Chiesa titolare. È imprevedibile».
Ma il Mancini giocatore se lo ricorda?
«Certo, avremmo anche potuto giocare insieme alla Samp. Mi volevano al posto di Vialli, ma avevo già dato la parola alla Fiorentina. Peccato». 

Factory della Comunicazione

Da ct le piace? «Molto. Perché a differenza dei suoi predecessori non ha paura di convocare e far giocare gente che in campionato veste la maglia di Sassuolo, Atalanta, Fiorentina».
Da Lulù a Lukaku: è lui l’uomo da temere? «Pochi dubbi, sta facendo la differenza e anche quando non segna è sempre fondamentale».

B. Majorano (Il Mattino)

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