L’ approfondimento di R. Muni: “Le parole di Aurelio De Laurentiis”
Le recenti dichiarazioni di Aurelio De Laurentiis, patron del Napoli, hanno fatto molto discutere. Esternazioni da show cinematografico, come nel DNA di Don Aurè, che hanno prestato il fianco ad inevitabili critiche di chi, pur di difendere l’indifendibile, (…lo scudetto più discutibile della Juve…) non hanno risparmiato critiche a chi viene definito piagnone per definizione. Se imputare il mancato scudetto al crollo fisico della squadra di Sarri può essere interpretato come un modo per minimizzare le critiche per arbitraggi molto discutibili, di contro apre una crepa con lo stesso tecnico nativo di Bagnoli. Infatti, è proprio questo il nodo più intricato da sciogliere: sarà ancora Maurizio Sarri il nostro allenatore? Personalmente ritengo che il ciclo sulla panchina del Napoli sia tutt’altro che chiuso poiché è stato privato di qualcosa che più di chiunque altro avremmo meritato. Non credo di essere tacciato per piagnone se affermo che la Juve ha beneficiato di arbitraggi scientificamente di parte durante tutto il girone di ritorno. Arbitraggi che hanno consentito alla vecchia signora di incassare una decina di punti in più rispetto a quelli che avrebbe effettivamente meritato. Punti che hanno permesso alla Juve di restare attaccata al Napoli sfiancandone i nervi prima che le gambe. È innegabile che a Sarri le parole pronunciate da De Laurentiis non siano andate giù e che avranno un peso consistente nella scelta di fine anno. Non sarebbe stato meglio limitarsi a dichiarazioni di facciata davanti ai microfoni, salvo alzare la voce nelle stanze giuste? Non fu così che fece Cragnotti, dando alla sua Lazio le credenziali giuste per vincere lo scudetto che meritó sul campo? Mentre il futuro prossimo del Napoli rimane avvolto in una coltre nebulosa, ci sono due partite di campionato da onorare, sebbene manchino gli stimoli giusti, che nemmeno De Laurentiis è riuscito a dare ai suoi stipendiati.