Trattare di calciomercato non è esattamente una delle cose più semplici del mondo. E’ un micro-universo troppo instabile, che si basa su fatti ed incastri altrettanto fragili per essere raccontati ogni volta con sincerità e accuratezza.
Allora, ogni tanto è pure giusto immaginare, anche solamente per gioco.
Ad esempio, sarebbe molto divertente immaginare chi o cosa ci sia nella personalissima wish list di De Laurentiis, Giuntoli o Sarri, scoprire quale nome inciso frettolosamente con una biro compaia su quelle pagine bianche.
Uno che potrebbe tranquillamente starci è il kosovaro Milot Rashica, ala destra del Vitesse, classe 1996. Sì, uno del genere potrebbe assolutamente comparire nella lista dei desideri estivi del prossimo Napoli. Un giocatore che condensa intorno a sé quella ritmica tipica del mondo balcanico. Un giocatore che all’interno del sistema di gioco sarriano, non solo potrebbe giocarci, ma che rischierebbe addirittura di venirne esaltato.
Le qualità tecniche sicuramente non gli mancano. Oltre il puro fattore estetico del gesto, salta subito all’occhio come questo ragazzo abbia la spontanea tendenza all’ultimo passaggio. Un’ala destra capace di affondare sul fondo senza problemi e sfornare assist con regolarità. Quest’anno, in Eredivisie, le assistenze messe a referto sono ben 11, risultando tra i primi del settore.
Nel brevilineo, poi, sembra che si sposti in vespa. Beve con facilità la maggior parte dei terzini che stazionano sulle fasce olandesi, rendendosi un cliente estremamente scomodo da affrontare, soprattutto in situazioni di spazi aperti. Un giocatore che sa andare a mille, senza però eccedere e perdere lucidità per il traversone. A far comodo, infatti, ci sono anche le sue discrete doti di crossatore, esaltate ovviamente dalla sua facilità di corsa, ma anche da un piede destro di ottima caratura che gli consente di poter crossare nonostante la presenza di un marcatore vicino.
Inoltre, Rashica è un giocatore che sa come utilizzare gli spazi intermedi, che sa venire al centro per partecipare alla manovra, facilitando le sovrapposizioni del terzino e mettendosi in condizione di poter combinare con lui. Un giocatore che sa puntare il centro del campo anche palla al piede nel tentativo di far saltare il banco delle difese avversarie con la sua rapidità.
Insomma, le sue doti tecniche e i suoi mezzi atletici lo renderebbero un candidato davvero appetibile per un posto in un futuro ed ipotetico tridente azzurro. La fascia destra, però, è attualmente occupata da José Maria Callejón, un’ala tattica meno appariscente di Rashica. L’interpretazione del ruolo da parte dello spagnolo risulta spesso decisiva nello scacchiere azzurro, in tutte e due le fasi. Nonostante Rashica sia un giocatore tatticamente molto educato, resta anche un giocatore tatticamente molto educabile, soprattutto nella fase di non-possesso. Disattenzioni del genere spesso si pagano, soprattutto in un campionato come quello italiano.
Da Callejón differisce anche nei movimenti sul lato debole. Mentre lo spagnolo si mostra come un demone sempre pronto a dettare il passaggio decisivo o a trovare spazi sanguinosi per la difesa avversaria, Rashica appare più come un’ala classica, molto più basico e meno tormentato rispetto allo spagnolo e al suo modo di lavorare lontano dalla palla.
Infine, a differenza di Callejón, Rashica non sembra avere un grandissimo feeling con la porta. Quest’anno solamente due reti in campionato, complice anche l’arrivo di un centravanti vero nel Vitesse, come Ricky Van Wolfswinkel. Non è certo un caso che la stagione scorsa, la prima in prima squadra, Rashica abbia collezionato 8 reti in Eredivise, mentre quest’anno a crescere è stato solamente il dato delle assistenze.
Ciò nonostante, il paragone tra Rashica e Callejón non solo rischia di essere ingeneroso, ma di essere anche tremendamente ingiusto. Sono due modi diversi di interpretare lo stesso ruolo, entrambi altamente efficaci se messi in condizione di esprimersi al meglio. Un giocatore come Rashica risulterebbe perfetto in un Napoli voglioso di rilanciare Milik e le sue doti aeree, data la sua capacità di generare superiorità numerica sulle fasce e la sua capacità di crossare con discreta precisione e lucidità. Un giocatore che porterebbe risultare una significativa alternativa di costruzione nella manovra azzurra: non più la sola fascia sinistra, ma anche quella destra diventerebbe un’ottima via per creare e distribuire gioco.
Insomma, nonostante la giovane età e qualche lacuna sul piano dell’applicazione difensiva, Rashica resta un giocatore dalle doti tecniche altamente esplorabili e in un contesto come quello sarriano potrebbe addirittura rivelarsi una sorprendente ventata di aria fresca sulla fascia destra del San Paolo. Una ventata capace di portare tanti palloni al centro e giocate fulminanti, utili a svoltare quelle partite troppo bloccate per essere aggirate dalla semplice manovra napoletana. Una ventata capace di portare giocate del genere.
Poi è chiaro: c’è da tenere conto del salto da compiere tra due universi paralleli, dal campionato olandese a quello italiano. Anche se con Milik non sembra essere andata malaccio.
Anzi…