Dopo tre anni di Sarri al Napoli, le rivoluzioni attuate si sprecano. La difesa è il suo pallino fisso. E basta guardare la partita di sabato, dove tre difensori su quattro erano ex empolesi, per capire il suo pensiero. Che negli anni e col cambiare delle squadre non è cambiato. Sarri ha una predilezione, quasi maniacale, per la difesa, nel prepararla, nel pretenderla in certo modo.
Sabato, il caso ha voluto che Chiriches infortunato, Albiol affaticato, Sarri abbia dovuto convergere su Tonelli. A destra Hysaj e aa sinistra Mario Rui, i tre empolesi che conoscevano già gli schemi e il pensiero del tecnico. Era una scommessa Tonelli, che non giocava praticamente da un anno. Scommessa superata alla grande possiamo dire. Hysaj e Mario Rui poi, si intendono alla perfezione, basta guardarsi e l’intesa è perfetta, da un lato all’altro del campo.
Specie quest’ultimo, fa rimpiangere sempre meno l’assenza di Ghoulam. Mario Rui infatti sa pressare, ma è un continuo coprire Insigne. Quella fascia è un andare avanti e indietro per il portoghese, che non si risparmia mai.
Il vero pupillo di Sarri però è Zielinski. Il polacco, come sottolienato più di una volta da Sarri, ha solo bisogno di credrci di più. E di fare più gol. Quando arriverà a questa consapevolezza sarà uno dei migliori centrocampisti al mondo, nonostante la giovane età.