Una “colonna”, una montagna, non per niente Kalidou Koulibaly è il K2 azzurro. All’ Olimpico un gol fatto “in reparto”, con l’esterno Ghoulam a battere il corner, il vicino di banco Albiol a stoccare e lui a mettere in rete dopo la respinta di Strakosha. Gioia incontenibile, sorriso smisurato: poiché quel gol fece da apripista al poker calato dal Napoli. Ed è solo la punta dell’iceberg, perché il centrale che non la fa buona a nessuno. Quarta stagione azzurra per Koulibaly, voluto da Benitez (alti e bassi con lui), consacratosi con Sarri. Tanto da diventare insostituibile per il tecnico bagnolese, per il quale, alla stregua di Hamsik e qualche altro, rientrerebbe di certo nella lista di quelli da far giocare anche in rianimazione. «Sarri stravede per lui», così ieri l’agente Bruno Satin a radio Crc: «E’ ormai un punto fermo, e ciò non può che farci piacere perché lui vorrebbe giocarle sempre tutte». E con Raul Albiol, che coppia: lo spagnolo regista difensivo dai piedi buoni ed impagabile esperienza per i tanti trofei in bacheca, il senegalese coacervo di grinta, strapotere fisico, estrema abilità nell’anticipo ed interdizione. La coppia ideale, dunque, il massimo della complementarità. Peccato che poi, a più riprese, i due sono stati separati da infortuni ed impegni con le nazionali. Albiol out proprio nelle ultime due uscite, ma è pur vero che chi è andato in campo (Maksimovic nella fattispecie), s’è fatto a sua volta apprezzare. Kalidou Koulibaly è pronto per il Cagliari, anche perché non sa dove stia di casa la stanchezza