«Pronto, Italia? Sono Jorginho, che vogliamo fare?». Per amore di sintesi, potremmo tradurre così il senso del messaggio che il regista del Napoli ha voluto mandare alla “sua” Nazionale. Come? Nel modo più semplice e chiaro possibile: una telefonata. Iniziativa che testimonia il suo persistente desiderio di azzurro tricolore, pur messo a dura prova. La scorsa settimana infatti, per quello che è emerso adesso sotto il Vesuvio, il centrocampista italobrasiliano ha chiamato la Federazione per capire quale fosse il “sentimento” attuale nei suoi confronti. Le scelte di Ventura che, pur in piena emergenza (De Rossi, Verratti, Pellegrini indisponibili, Barella, Gagliardini, Cristante al loro posto) non lo avevano premiato, gli hanno suggerito questa mossa, per amor di chiarezza. PRESSIONI. Per dirla tutta però, non c’è solo la voglia di Italia, ad animarlo: l’altro aspetto della vicenda che lo riguarda porta al Brasile. La Cbf infatti, su suggerimento di Adenor Leonardo Bacchi, ovvero Tite, ct della Seleçao dal 2016, ha “attenzionato” il regista del Napoli, facendogli capire chiaramente di poterlo coinvolgere nel suo progetto Mondiale (il Brasile è già qualificato); non solo, il mese scorso ha inviato una richiesta ufficiale di documentazione alla Figc. Si tratterebbe di un caso Emerson Palmieri al contrario. Come il difensore della Roma, anche lui italobrasiliano, con un passato nelle giovanili verde oro, lo scorso marzo ha scelto sportivamente di diventare “esclusivamente” italiano (da allora potrà giocare, irreversibilmente, solo in Nazionale), così Jorginho potrebbe ora inoltrare analoga richiesta alla Fifa, puntando a rendersi convocabile solo dal Brasile. Le due presenze “amichevoli” con la Nazionale di Conte (l’esordio simbolico, 1’ finale, a Udine, contro la Spagna, 1-1, il 24 marzo 2016 e gli ultimi 23’ a Cipro contro la Scozia, finita 1-0) non gli impedirebbero una simile “conversione”.
DOSSIER. Avesse giocato anche un solo minuto in qualificazione il discorso non sarebbe possibile. In questa corcostanza invece il gioco è aperto. Si tratterebbe di preparare un dossier articolato, aperto dalla richiesta scritta della Cbf alla Fifa, completato da una dichiarazione autografa di Jorginho che si dica consapevole dell’unicità e dell’irreversibilità del cambio di Federazione, delle copie dei suoi due passaporti, dell’atto di nascita a Imbituba, del documento, già richiesto alla Figc, che certifica le sue presenze “non ufficiali” in maglia azzurra. Spedito poi il plico a Zurigo, potrebbe bastare un mese, come avvenuto per Emerson Palmieri, per ricevere l’ok della Federcalcio Internazionale. Insomma, tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018, Jorginho potrebbe diventare convocabile dal Brasile e puntare a Russia 2018.
Fonte: CdS
PALLA AL CT. Eppure ancora il centrocampista del Napoli non ha deciso. Aspetterà, ancora per un po’, una risposta da Roma. Dove ci sarà da discutere. C’è l’aspetto tattico, da una parte: Ventura, pur apprezzando le qualità del giocatore, non “vede” Jorginho nel suo 4-2-4; c’è l’aspetto strategico: una Federazione che ha fatto tanto per rendere disponibile l’italobrasiliano, dovrebbe difendere quel percorso, anche per non inibire processi futuri di inclusione.