La panchina azzurra a Bologna era in fermento. Alcuni sapevano di poter subentrare, lui voleva. Osimhen voleva tornare e lo ha fatto. Mascherato nel viso, ma non nei modi, nell’ approccio, nell’ attaccare la profondità. Stavolta in cui l’apporto delle riserve serviva soprattutto a far rifiatare chi era in campo, qualcuno si è decisamente preso la scena. Il Mattino vota la panchina azzurra:
OSIMHEN 6,5
Ritrovarlo, da quel lontanissimo 21 novembre del 2021 è già una notizia preziosa. E poi si vede subito: Victor ha una voglia matta. Cavaliere senza macchia e senza paura, si dimena come un ossesso lì davanti e fa a sportellate con chiunque sulla strada verso la porta. Il gol tornerà, anche lui.
POLITANO 6
Entra quando c’è poco da attaccare e qualcosina in più da difendere. Il suo lo fa, certo, ma con quei piedi e quei mezzi tecnici ci si aspetta sempre qualcosa di più, qualcosa che sia in grado di far svoltare la partita. Insomma, stretto indispensabile, ma utilissimo alla causa nel finale di gara.
DEMME 6
Metronomo, di quelli che se gli metti il pallone tra i piedi sai già che ne verrà fuori qualcosa di utile. Non ha bisogno di finte, controfinte o colpi a effetto per rubare l’occhio. Gioca semplice, passaggi facili ma sempre a buon fine: il classico regista che fa girare la squadra sul ritmo che gli è più congeniale.
GHOULAM SV
Questa volta gli tocca il ruolo di comprimario, proprio lui che nel momento di massima difficoltà numerica del Napoli ha tenuto botta giocando tre partite una dopo l’altra senza battere ciglio. Si piazza a fare il quarto a sinistra e spinge Mario Rui sulla linea dei centrocampisti.
PETAGNA SV
Se solo Osimhen non avesse una voglia matta di buttarla dentro e dimostrare che è ancora il bomber del Napoli, potrebbe ricevere il pallone giusto per chiudere la partita. Ma fa niente: Petagna è un generoso e non cerca la gloria personale, quindi batte le mani ed esulta con il resto della squadra.
B. Majorano (Il Mattino)