Dopo la figura che abbiamo fatto giovedì, ecco al San Paolo arriva la Spal, squadra contro cui ci si aspetta il colpo d’orgoglio degli azzurri, chiamati a rispondere anche a “quelli là”, che nel derby all’ora di pranzo si sono imposti 0-1, intossicando il ragù a mezza Italia e portandosi al primo posto in classifica.
Un’alternanza matematica quella tra le due squadre in cima alla classifica, che ricorda il mio avvicendamento divano/letto la domenica.
Soprattutto in giornate come questa, fredde e piovose.Che poi non è vero, lo faccio pure quando c’è il sole basta che è domenica.
Ma tocca giocare però, e il Napoli mette subito le cose in chiaro, tre minuti e colpiamo un palo con Insigne; cinque minuti e siamo in vantaggio con Allan, dopo una serie di veloci e perfetti triangoli che solo Pitagora in persona riuscirebbe a spiegare per bene.
-Partita sbloccata, mo’ dilaghiamo…
Ammetto di aver pensato.
E invece il Napoli oltre a qualche tiro e un paio di azioni pericolose, sembra voler congelare la partita come di solito si fa con il pane fresco in eccesso, senza affondare più di tanto.
Certo pure l’atteggiamento della Spal non aiuta, dato che ha la stessa voglia di alzare il baricentro che ha mio figlio di andare a scuola, quindi la partita risulta noiosa, a tratti soporifera per tutti, tranne per Sarri che sprona i suoi in continuazione senza ricevere risposte adeguate masticando frenetico filtri e dita come al solito o perfino di più.
Ad ogni modo a fine primo tempo siamo meritatamente in vantaggio 1-0. Va bene così.
Situazione che si presterà per i secoli a venire, come esempio del famoso proverbio:
Oltre al danno, la beffa.
Ma non fa niente, siamo forti, guardiamo avanti, alla fine vinciamo subendo un solo tiro nello specchio in 90′ minuti, senza stancarci più di tanto, con un paio di goal mangiati con Insigne e Albiol, e chiudendo solo con qualche parolaccia in slovacco stretto di Marek per il fatto dell’ammonizione.
Non molto, ma abbastanza per poter stare un’altra settimana lassù, nel blu dipinto di blu.
Azzurro, volevo dire azzurro,
ovviamente
A cura di Vincenzo De Lillo