Re Carlo è offeso. Ieri le sue parole sono scandite come pietre

Il ritiro è una decisione del mister con l'appoggio del club

C’è un silenzio profondo, dentro il centro tecnico del Napoli, quando  Carlo Ancelotti termina di dire quello che ha dentro. Un momento quasi sospeso. Ma dura poco. Poi, dopo qualche colpo di tosse a mascherare l’imbarazzo, parte la reazione dei calciatori. Non è una rivolta, non c’è aria di congiura contro l’allenatore, ma tanti nodi vengono al pettine. Ed è quello che vuole Ancelotti che altrimenti non avrebbe chiesto questo confronto con la squadra, non avrebbe chiesto a Insigne e soci di indicare la via d’uscita da questa crisi nera. Nessuno abbassa lo sguardo, come riporta il Mattino, i toni sono accesi, c’è chi guarda fisso negli occhi di Ancelotti: il suo discorso è sferzante, le repliche dei calciatori velenose, implacabili. Alla fine il tecnico decide che da domani la squadra andrà in ritiro, fino alla gara con il Genk. Lo decide da solo. Sapendo di avere De Laurentiis dalla sua parte. Lo stesso ritiro che la società ha invocato a inizio del mese di novembre, come ricerca per trovare la compattezza. Ma stavolta nessuno solleva obiezioni, nessuno prova a rifiutarsi, nessuno abbozza un mugugno. 

La Redazione

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