Come confermato da Claudio Lotito, la trattativa del Napoli per Candreva è ben più che avviata. L’esterno della Lazio e della Nazionale, qualora dovesse accettare la coorte di De Laurentiis, andrebbe a rimpolpare un reparto ben strutturato, ricco di verve (Callejon), guizzi (Mertens) e fantasia (Insigne). Il cartellino di Candreva, bonus compresi, è stato valutato 25 milioni di euro, una cifra sicuramente cospicua per un 29enne. L’operazione condotta da Giuntoli, quando l’Inter sembrava in vantaggio, ha sicuramente scombussolato i principi del mercato napoletano: la priorità, in fondo, non era quella di trovare una mezz’ala da affiancare ad Hamsik ed Allan? L’ala classe ’87, come dimostrato nel corso della propria carriera, è un giocatore duttile, in grado di ricoprire più posizioni nello scacchiere tattico di Sarri. Il ruolo di vice-Hamsik, comunque, non sembra ritagliato su misura per il centrocampista romano, dal forte ego e raramente abituato ad accomodarsi in panchina. L’impressione, almeno quella personale, è che nel calcio moderno a primeggiare siano quei calciatori in grado di dare equilibrio all’intera squadra: la Juventus e la Germania, quando è mancato Khedira, sono apparse improvvisamente vulnerabili, come accaduto per i bianconeri ad inizio campionato o ai tedeschi nei quarti e nella semifinale di Euro 2016; Il Galles dei miracoli, con la squalifica del tuttofare Ramsey, ha perso incisività e compattezza, non riuscendo nemmeno ad impensierire il Portogallo finalista; lo storico Leicester è stato guidato dalle giocate di Vardy e Mahrez, ma anche dalla sagacia tattica di Kantè; lo stesso Sarri ha saputo rinunciare a tutte le proprie pedine, tranne che all’instancabile Callejon. Ecco, al Napoli manca ancora un giocatore di questo profilo nella zona nevralgica del campo e Candreva, pur proponendosi come uno dei migliori esterni italiani, non sembra corrispondere a tale identikit.
Calcio in Pillole, rubrica a cura di Umberto Garofalo
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