Gianluigi Lembo: “Anema e Core è un modo di intendere la vita e anche il tifo”

Gianluigi Lembo: “Anema e Core è un modo di intendere la vita e anche il tifo”

Nell’ultima al Maradona contro la Fiorentina, le due Curve hanno messo in scena una delle coreografie più belle di sempre, “Anema e Core”, come il famoso locale di Capri, di cui parla il figlio del fondatore, Gianluigi Lembo, a Il Mattino. “Come l’appassionata canzone d’amore che i tifosi del Napoli hanno dedicato agli azzurri e a Conte prima della partita con la Fiorentina: vittoria e festa popolare. Anema e Core. Come il locale che trentun anni fa aprì lo chansonnier Guido Lembo a Capri. Solo lui immaginava che in quella taverna così piccola sarebbe entrato tutto il mondo. Politici, industriali, artisti e calciatori ovviamente.

«Papà era innamorato del Napoli. Ricordo i viaggi a bordo dell’Aliscafo Azzurro, organizzato da Francesco Staiano, per raggiungere Napoli e andare al San Paolo. Prima in Curva A e poi nei Distinti. Solito rituale scaramantico prepartita: stessa pizzeria, stesso bar per il caffé e poi tutti gli spalti», ricorda Gianluigi, il figlio di Guido, scomparso tre anni fa. Lui ne ha raccolto l’eredità. «E sono fiero che i tifosi delle curve, quella domenica, abbiano scritto Anema e Core nei due settori per caricare il Napoli. Un messaggio d’amore. Quelle tre parole sono da trentun anni la nostra storia».
Anema e Core. Amore puro per i colori azzurri, il totale sostegno per i ragazzi di Conte in questo finale di campionato che vede l’Inter avanti di tre punti. Ma con nove partite (e Antonio in panchina) tutto può succedere. Ci crede la città. Ci crede la squadra che il tecnico stimola tutti i giorni. Ci crede De Laurentiis, da sempre amico della famiglia Lembo. Tutti tifosi del Napoli, da Guido e Anna ai figli Gianluigi e Marianna. «Nel 2023 partecipai con il mio gruppo a un evento per il terzo scudetto e ricordo che negli anni precedenti papà era sempre presente a una serata nel ritiro di Dimaro. E scrisse anche una canzone per la squadra». Era il 2011, il Napoli era appena tornato in Champions League dopo ventun anni. Mazzarri in panchina, in attacco lo straordinario tandem Cavani-Lavezzi che si sarebbe diviso nel 2012, quando il Pocho si trasferì a Parigi. Il brano si chiamava “Napoli è” e conquistò anche gli azzurri. «Cavani e Lavezzi ci raccontavano che la cantavano negli spogliatoi per darsi la carica. E ne fummo orgogliosi. Tra Anema e Core e i calciatori del Napoli c’è un rapporto stretto. Tanti ne sono passati nel nostro locale durante una vacanza caprese. Forse sarà perché, come ci ha sempre detto il presidente, Anema e Core porta fortuna».
A Capri trascorreva lunghi periodi il presidente dei primi due scudetti, Corrado Ferlaino. Si vedeva spesso qui anche Diego Maradona, accolto dall’amico Ciccio Staiano, un indimenticabile imprenditore del turismo. De Laurentiis considera Ischia e Capri come una seconda casa. Partì da Capri, nell’agosto 2004, per raggiungere il tribunale di Castel Capuano e acquistare il titolo sportivo della Ssc Napoli. C’era mare agitato, qualcuno gli suggerì di non salire sul motoscafo ma lui disse al capitano di fare in fretta perché lo aspettavano giudici, legali, commercialisti, notai e ovviamente tifosi: con quegli assegni da 30 milioni avrebbe riacceso una speranza. «Seguiamo la squadra con amore. Anema e Core è un modo di intendere la vita e anche il tifo: lo hanno interpretato bene allo stadio Maradona, quella scritta mi ha riportato ai viaggi con papà a Napoli la domenica», spiega Gianluigi Lembo. «Anema e Core fino alla fine, fino all’ultimo minuto dell’ultima partita. Bisogna crederci. Il terzo scudetto è stato bellissimo, il quarto sarebbe fantastico».
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