Nell’edizione odierna de ‘Il Mattino’ è stata pubblicata un’intervista ad Angelo Alessio, ex collaboratore di Antonio Conte che per anni ha fatto parte del suo staff.
L’ex Juve, originario di Capaccio ha parlato di Conte e della stagione del Napoli.
Di seguito un estratto dell’ intervista:
Il Napoli sta applicando tanti moduli per un solo obiettivo: il successo. La sorprende?
«No, perché anche in passato, in alcune circostanze, è capitato lo stesso. Ma è stato un processo di crescita e ci siamo arrivati attraverso partite e attraverso fattori contingenti. Con il Napoli invece, almeno negli ultimi tempi, questa cosa è stata figlia degli infortuni».
Un ritorno al passato favorito dalle assenze, quindi?
«Assolutamente. E sebbene Antonio fosse partito con il 3-5-2 aveva già in mente di giocare con il tridente: lo si capiva dalle indicazioni precise date sul mercato estivo. L’idea, insomma, era quella. Poi magari qualche giocatore è arrivato in ritardo ed in una prima fase si è giocato con la difesa a tre. Non è la prima volta, ma Antonio comunque conosce bene questi sistemi di gioco».
La squadra infatti si è espressa benissimo con il 4-3-3…
«Molto dipende dalle caratteristiche dei giocatori che si hanno a disposizione. Credo comunque che ancora per qualche partita giochi con il 3-5-2 con Raspadori e Gilmour che sono venuti fuori alla grande. Poi tornerà al tridente».
Tra le ultime intuizioni di Conte ci sono proprio le metamorfosi (tattiche) vincenti di questi due giocatori.
«Quello è uno dei suoi pregi. Ma c’è un lavoro quotidiano dietro tutto questo. Avendo a disposizione tutta la settimana gli viene più facile. Anche grazie all’aiuto di tutto lo staff è riuscito a trovare le posizioni giuste ad ogni interprete».
Il vice Stellini in passato ha detto che è stimolante lavorare al fianco di Conte, ma anche che non ci si può rilassare mai. Condivide?
«Anche le virgole. Quella è una sua caratteristica peculiare. In effetti pretende tanto da se stesso e di conseguenza da tutti coloro che gravitano intorno alla squadra. Dal primo all’ultimo».
Venezia è una trappola o un’opportunità per gli azzurri?
«Partiamo dal presupposto che non esistono partite facili anche e sopratutto se si incontrano squadre come il Venezia in lotta per la salvezza. Bisogna arrivarci con la motivazione giusta. Il Napoli sa bene che non deve prenderla sotto gamba. Ma questo è un rischio che non corrono le squadre di Antonio».
Può essere una giornata chiave per lo scudetto considerando che a seguire c’è Atalanta-Inter?
«È ancora presto. Mancano 10 partite e ci sono tre squadre racchiuse in tre punti. È un campionato ancora tutto da giocare».
Non ha risposto però…
«Sarebbe stata una giornata importante anche se si fosse giocata un’altra partita. Si parte dalla gara di Venezia e si da un occhio agli altri, ma è decisivo sempre il proprio cammino».
A guardare il calendario, invece?
«Certo, forse il Napoli ha un percorso migliore ma questo non vuol dire nulla se poi in campo non si fa quello che si deve fare».
Com’è Conte nello spogliatoio, come vive il pre-partita e come prepara un match?
«È maniacale nel suo lavoro: cura ogni dettaglio a 360 gradi con l’aiuto dello staff. C’è tutto, dall’analisi della partita ai filmati, alle esercitazioni che propone in campo».
Ci svela qualcosa che nessuno sa di Conte?
«Fuori dal campo è un’altra persona (sorride): è simpatico e scherzoso. Ma appena si varcano i cancelli del centro sportivo si trasforma. Diventa serio e meticoloso. Non lascia nulla al caso».
Fonte: Il Mattino