Il Napoli, prima della sosta per le Nazionali, sarà impegntato domenica prossima alle ore 12:30 in trasferta sul campo del Venezia.
Si è giocata ieri pomeriggio alle ore 15:00 presso lo stadio “Maradona” la gara tra il Napoli e la Fiorentina, valida per la ventottesima giornata di campionato. I viola di mister Raffaele Palladino sono reduci dalle fatiche di Conference League in Grecia contro il Panathinaikos, dove nella gara di andata hanno perso per 3-2 lasciando però il discorso qualificazione ampiamente aperto.
Una prestazione confortante invece quella degli azzurri di Antonio Conte, in grado di pareggiare in rimonta otto giorni fa nel biga match contro l’Inter, grazie alla rete del subentrato Billing al minuto 87. Il Napoli però ieri era chiamato a un solo risultato, ovvero la vittoria che mancava da cinque turni, per tenere la scia dei nerazzurri. E, al termine di una partita letteralmente dominata, vittoria e’ stata per i ragazzi di Antonio Conte che si sono imposti col punteggio di 2-1.
Ecco, di seguito, i principali spunti del match:
- Il “CI PUÒ STARE…”: eh no cari signori della giuria, non prendeteci per stupidi. Ieri al Maradona si è consumato un vero e proprio delitto sportivo da parte di arbitro e Var. Un rigore pazzesco non concesso dal signor Colombo di Como (frequentemente ci sta capitando l’arbitro lombardo, mentre all’Inter il fischietto Guida di Torre Annunziata no!) con Meraviglia al Var sempre silente (come accadde in Roma-Napoli). E cosa dire della mancata espulsione di Gudmundsson? Finti scienziati esperti del “calcio nordico” continuano a fare di tutta un’erba un fascio mettendoci una continua pezza per rendere tutto credibile. Se il Napoli vorrà vincere uno scudetto punto a punto, cosa riuscita solo col più grande di tutti i tempi, deve continuare a lavorare a testa bassa senza cadere in certe provocazioni. Come furono sagge le parole qualche anno fa di un signore (lui si!) del calibro di Benitez in riferimento a un’altra squadra potente del nord su episodi dubbi: “CI PUÒ’ STARE”. E in questa stagione in tante situazioni “grigie” che hanno coinvolto l’Inter la direzione continua ad essere sempre la stessa…Verrebbe voglia di regalarglielo già adesso lo scudetto..
- Il “tu” al pallone: il lungo periodo di emergenza che ha caratterizzato il Napoli da metà gennaio in poi, come detto più volte, ci ha restituiti una rosa sicuramente più ampia e variegata. In particolare abbiamo riscoperto un Raspadori vera e propria arma decisiva, col suo quarto gol stagionale (il terzo nelle ultime quattro giornate). A distanza di quasi tre anni Jack si sta prendendo la meritata titolarità non solo per le reti. Pare evidente che l’azzurro sia il compagno di reparto ideale per Lukaku soprattutto per la bravura di entrambi nel giocare il pallone e scambiarselo spesso. Ecco, fino a fine stagione si potrà discutere se difesa a tre o a quattro (ma come dice Conte più che i moduli conta l’occupazione degli spazi), ma lasciate che Raspadori continui girare intorno a Lukaku, proprio come farebbe Masha con Orso…
- L’ossessione di Antonio: ha gettato la maschera già da un paio di gare Antonio Conte, parlando di un Napoli che proverà a lottare fino alla fine per lo scudetto. Lo ha detto una decina di giorni fa, ma lo pensava da almeno tre mesi. Sappiamo che il cammino è ancora molto lungo e complesso e che l’Inter rimane la vera favorita, anche perché di veri e propri crolli non ne ha subiti. Il Napoli sa di non avere il destino nelle proprie mani, ma un solo dovere: restare competitivo fino alla fine, magari gettando le basi per la prossima stagione. Antonio non mollerà un centimetro e avere uno come lui alle calcagna per la capolista non deve proprio essere il massimo del comfort…
- Il jolly da giocare: si è parlato a lungo e forse non troppo correttamente (anche da parte del sottoscritto) di rosa ristretta. Era necessario che i nuovi assimilassero le idee del tecnico e trovassero la giusta condizione fisica prima di rendersi utili alla squadra. Il mio pensiero da troppo tempo ormai vola sempre a quel fantastico “schiacciadifese” che risponde al nome di David Neres. Salvo scongiuri dovrebbe esserci almeno in panchina a Venezia, anche se non sappiamo in quali condizioni fisiche. Ma ormai il brasiliano scalpita ai box e può diventare la vera e propria pedina vincente da schierare nei secondi tempi contro difese stanche e magari in preda ai primi caldi stagionali. Come detto sopra, oggi come oggi nessuno tocchi Raspadori da quella posizione, ma sapere che negli ultimi trenta minuti si può “pescare” dalla panchina un certo Neres ci rende tutti molto fiduciosi. Se poi riuscisse a tornare anche Anguissa…
“A mente fredda” è a cura di Marco Lepore
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