Il Napoli nella scorsa stagione subì in casa una pesantissima sconfitta ad opera dei nerazzurri col punteggio di 3-0 tra mille polemiche.
Si è giocata ieri pomeriggio allo stadio “Diego Armando Maradona” il big-match Napoli-Inter, valido per la ventisettesima giornata del campionato.
Una sfida arrivata subito dopo il sorpasso in classifica ad opera dei nerazzurri di Simone Inzaghi bravi ad approfittare del clamoroso scivolone dei partenopei sul campo del Como. Alla fine col pareggio tra partenopei e meneghini e lo 0-0 interno dell’Atalanta contro il Venezia, le distanze restano immutate.
Ecco, di seguito, i principali spunti del match:
- Le ombre italiane: ci sono voluti quasi quarantacinque minuti ieri per poter rivedere per bene il replay del FALLO di mano di Dumfries in area. Fino ad allora ci siamo dovuti affidare a una fantasiosa interpretazione del l’irreprensibile Luca Marelli. Tanto che nell’ intervallo il telecronista di Dazn ci ha tenuto a ribadire che le immagini appartengono alla Lega Calcio. Risposta che getta ancora più ombre sui “padroni del calcio” e rinforza le teorie dei fautori della “Marotta League”. La stessa Lega che solo dopo un esposto arrivato da tifosi juventini ha improvvisamente ritrovato l’audio con tanto di bestemmia di un “bravo padre di famiglia”. Se a tutto ciò si aggiunge il mancato giallo automatico di Mikytharian della settimana scorsa e le dimissioni di un consigliere della dirigenza nerazzurro a capo di una società di scommesse sportive (senza alcuna conseguenza) solo a seguito di un servizio delle Iene, la situazione si fa ancora più inquietante. E se anche chi fino a qualche settimana fa combatteva una battaglia giornalistica a Gravina ora ha cambiato posizione, si prevedono ancora lunghissimi tempi bui per il calcio italiano.
- Il cervello o il fisico?: da questa ecatombe di infortuni il Napoli ne esce profondamente cambiato sia nei moduli di gioco che negli interpreti. Dai riscoperti Raspadori e Spinazzola fino ai due centrocampisti Billing e Gilmour, chiamati a sostituire Anguissa. Se lo scozzese aveva avuto ben cinque partite consecutive nel girone d’andata per giocare titolare, il danese aveva fatto il suo esordio solo sette giorni fa. E Conte ha avuto tutta la settimana il dubbio se schierare il secondo play Gilmour o affidarsi alla fisicità di Billing. E, a mio avviso, ieri ha trovato due calciatori utili da poter sfruttare nel finale di stagione. Lo scozzese è stato il migliore in campo nei quasi 70 minuti giocati, ma il danese col suo inserimento ha trovato il gol del meritato pareggio. E il dubbio tra sette giorni contro la Fiorentina potrebbe riproporsi…
- La vera penuria: al Napoli da più di due mesi ormai stanno mancando diverse cose. La più importante, e forse decisiva, è la salute dei suoi calciatori. Ieri, anche se per soli dieci minuti, è ritornato in campo l’uruguaiano Olivera. E la cosa non è affatto banale perché il rientro del mancino potrebbe consentire a Spinazzola di fornire il cambio a un Politano sempre più stremato sulla fascia destra. Già perché Gilmour e Billing hanno dimostrato di poterci stare bene in questo gruppo e lo stesso Okafor sta lentamente crescendo. La vera lacuna è però l’assenza di un calciatore qualitativo in rosa che possa azzannare le partite nel finale. E questa mancanza ha un solo nome e cognome: DAVID NERES. Si deve resistere ancora un match e poi tornerà anche lui…
- Le reazioni di Antonio: è vero il Napoli non vince da ormai cinque gare consecutive e ha abbandonato la vetta (distante tuttavia un solo punto). Personalmente già una settimana fa ho palesato, da contiano convinto, dei dubbi su modulo (che resta ancora) e su alcune scelte nei cambi. Però va detto con chiarezza che da quando Conte siede sulla panchina partenopea ha sbagliato due volte da un punto di vista mentale: nella ripresa di Verona alla prima giornata e nel secondo tempo di Como domenica scorsa. Pochi forse ricorderanno che alla seconda giornata gli azzurri poi giocarono contro il Parma un match totalmente diverso dalla gara precedente e invece molto simile alla sfida di ieri sera. Un primo tempo in svantaggio e poi tanto cuore fino a trovare il meritatissimo pari nel finale e poi la vittoria in pieno recupero. L’unica differenza con ieri l’ha fatta il solito STELLONE di Simone Inzaghi al minuto 95. Ecco perché, a mio avviso, questo pareggio ci restituisce delle nuove speranze tricolore, a patto di continuare a giocare con la stessa cattiveria…
“A mente fredda” è a cura di Marco Lepore
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