Conte in conferenza chiarisce su cosa serve al Napoli e non è un calciatore

"Serve un centro sportivo, non un giocatore da 50 milioni. Mai lamentato del mercato"

Alla vigilia della gara contro l’Udinese, che può portare momentaneamente gli azzurri a +6 sull’Inter, il tecnico si schiera con la società:Voglio portare il club a crescere, come ho sempre fatto ovunque ho lavorato”

 

Dieci anni dopo, o giù di lì… C’è un Conte che resta Conte, eguale e preciso, e un Conte che rievoca Rafa Benitez. Corsi e ricorsi, tra cui citazioni: il Conte di oggi, a un certo punto, primo in classifica, s’è ritrovato le porte del mercato sbarrate – per un motivo o per un altro – e la memoria ha riportato la sua famosa frase, quella del ristorante da cento euro, che un po’ lo irrita. “Non capisco perché si debba ricamare su questa battuta. La trovo antipatica”.

 

Conte e il ristorante da 100 euro

E poi, di slancio, sullo slancio di quel riferimento, c’è il Conte che ricorda il Benitez del “business plan” di Wolfsburg, marzo 2015.

“Sto pensando di fare a Napoli quello che ho sempre fatto in tutti i club in cui sono stato. Voglio portare il club a crescere. Dove sono passato ho sempre fatto crescere i club. Il mio obiettivo è quello di aiutare il Napoli a crescere. Gli All Blacks dicono sempre di lasciare la maglia migliore rispetto a come l’hai trovata. Io spero di restare tanti anni qui. Il calcio si evolve. Quello che facevamo prima va rivisto. Mi interessa pensare come aiutare il club a crescere, piuttosto che questo o quell’altro giocatore. Abbiamo bisogno di un centro sportivo che diventi ‘Casa Napoli’ e non di un giocatore, dobbiamo avere un giovane che cresce con noi. Non dobbiamo pensare a 50-60 milioni per un calciatore. Sono qui per supportare Manna, che è un giovane direttore sportivo, sono qui per supportare De Laurentiis, le altre sono tutte ca…. Sono felice di quello che sto sviluppando perché so che i ragazzi mi daranno l’anima. Dobbiamo ricercare l’eccellenza con quello che abbiamo. Quando parlo di costruire intendo che voglio aiutare il club a crescere con i miei consigli. Vogliamo creare qualcosa di solido. Non serve fumo negli occhi. Non voglio sedermi nei ristoranti da 100 euro con 10 euro in tasca”.

Qualcosa è cambiato, rispetto alla settimana scorsa: il mercato si è chiuso, è arrivato Okafor per sostituire Kvara e soprattutto l’Inter ha bruciato la sua occasione e ora sta a più tre: e domani c’è Napoli-Udinese, lunedì c’è Inter-Fiorentina: “Ai ragazzi dico di guardare a noi stessi e non agli altri. Abbiamo una partita difficile. La squadra viaggia molto rasoterra. Sappiamo che tutto quello che abbiamo fatto l’abbiamo guadagnato. Non c’è il rischio di montarsi la testa, nonostante tutto quello che ci circonda che è fuorviante. Pensiamo a fare il nostro viaggio, iniziato a luglio, non so dove ci porterà, ma fatecelo godere. Più che parlare e dire quello che bisogna fare per essere migliori… Dal primo giorno ho cercato di capire dove mi trovavo. Continuerò a fare il mio lavoro in maniera imperterrita. Siamo la squadra che è stata più in testa. Abbiamo fatto esperienza a livello di posizione. L’Inter ha ambizioni. Non credo che sottovaluterà il prossimo impegno. Non pensiamo agli altri. Concentriamoci su noi stessi. Mettiamoci i paraocchi, stiamo sudando tutto quello che abbiamo ottenuto. Avete presente cosa sia l’Inter, campione d’Italia, protagonista in Champions League”.

E però c’è anche da tener presente cosa sia diventato il “suo” Napoli, la capolista, con le sue sfumature di azzurro in cima alla classifica. Risposta di Conte: “Sfumature grigie?”.

Precisazione in leggerezza, con ironia. “Per me il grigio non esiste. Io sono o bianco o nero…”.

Risate. Correzioni, a scanso di equivoci, pensando al bianconero: “Vabbè, diciamo rosso o blu”. L’aria resta fresca, lassù.

Fonte: Gazzetta

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