“Napoli, equivoci tattici irrisolti. Una grande squadra deve avere problemi di abbondanza, non di carenza”

“Napoli, equivoci tattici irrisolti. Una grande squadra deve avere problemi di abbondanza, non di carenza”

Arturo Minervini, giornalista, ha commentato ai microfoni di 1 Football Club il momento del Napoli, reduce dall’1-1 dell’Olimpico contro la Roma e dall’acquisto di Okafor.

Secondo lei, nel secondo tempo il Napoli ha pareggiato con la Roma a causa della stanchezza o per i cambi troppo conservativi di Antonio Conte?
“Credo che le due cose si siano combinate. Probabilmente Conte, vedendo la squadra stanca, ha pensato di coprirsi un po’. La stanchezza è stata una conseguenza diretta dei cambi effettuati da Conte. E poi c’è un altro aspetto: Conte non si fida di chi ha in panchina. Se tolgo l’esterno alto e metto Mazzocchi che è un terzino, se non posso far rifiatare uno tra Anguissa e McTominay, se lo stesso Lobotka, che ieri era cotto, è costretto a fare un lavoro immenso, allora vuol dire che qualcosa non ha funzionato. Lobotka ieri andava a prendere il portatore di palla nell’area della Roma e poi si abbassava nella propria area per impostare. Questo dimostra che c’è un problema strutturale. Conte ieri, secondo me, ha letto male la partita. Ci sono degli equivoci tattici irrisolti. Prendiamo Raspadori: lo mette mezzala, ma nemmeno lui ci crede tanto. Dicono che sia stato schierato per contrastare i centrali della Roma, ma in realtà i problemi erano sulle corsie laterali. È entrato Saelemaekers ed era indemoniato, anche Angelino spingeva molto. Forse serviva altro. E poi, ripeto, Conte è obbligato a fare quei cambi perché di fatto non crede in determinati giocatori.”

Molti hanno criticato Pasquale Mazzocchi per l’errore sul gol di Angeliño. Lei cosa ne pensa?
“Sicuramente Mazzocchi poteva stare più largo e non così schiacciato su Di Lorenzo, ma anche Angelino, che è il terzino della Roma, avrebbe dovuto essere marcato dalla mezzala. L’errore non è solo di Mazzocchi, ma anche della struttura difensiva. Lui è entrato in campo senza sapere se dovesse fare l’esterno alto o basso, a destra o a sinistra. Ha perso il contatto visivo con Angeliño ed è stato punito. Secondo me, Conte ha letto male la partita, e alcuni cambi sono stati dettati dalla disperazione, come nel caso di Raspadori, che alla fine non ha inciso.”

Con un Neres così in forma, ci sarebbe stato spazio per Garnacho o Adeyemi?
“Abbiamo perso il miglior giocatore del campionato italiano di due anni fa, l’MVP della Serie A. Parliamo di Kvaratskhelia, un fenomeno. Possiamo davvero pensare che il Napoli non sia più debole senza Kvara? Ho sentito tante ricostruzioni, ma la realtà è che il georgiano è stato spesso indisponibile, eppure Neres ha fatto panchina a lungo. Il problema è che prima avevi Kvara titolare e Neres che entrava a partita in corso e la spaccava. Ora non hai nessuno in grado di farlo. Okafor andava bene solo se prendevi un giocatore pronto all’uso, ma non è così. È stato spedito in Germania, non ha passato le visite mediche con il Lipsia, è tornato a Milano e solo all’ultimo minuto è stato sistemato altrove. Questo la dice lunga. Io dico sempre che avere problemi di abbondanza è sempre meglio che avere problemi di carenza. Il Napoli, negli ultimi 15 anni, non ha mai ragionato così. Ora ci siamo fossilizzati sull’idea di avere solo tre attaccanti perché giocano sempre gli stessi, ma non è così che ragiona una grande squadra.”

 

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