Kolo Muani un’illusione, Thiago Motta si fa ancora riprendere ma stavolta non finisce con il solito pareggio: la capolista infligge alla Signora la prima sconfitta in Serie A
Nel ribaltone c’è tutto Conte
Ha vinto la squadra più forte. Giocando, reagendo, soffrendo e gestendo da squadra. Una grande: è il Napoli. È la prima in classifica, ora a +16 su una Juventus che ieri ha perso anche l’unico fregio di una stagione per il momento da dimenticare: l’imbattibilità in campionato. Non perdeva dal 30 marzo 2024 con la Lazio: 301 giorni e 30 partite. Thiago Motta è davvero in difficoltà (16 punti meno dell’anno scorso). Conte non lo ha soltanto battuto per primo in rimonta (2-1), ma gli ha anche ricordato che non basta un solo tempo ben interpretato: per arrivare in fondo bisogna lottare, pressare e attaccare esattamente come hanno fatto gli azzurri fino al minuto 95. Con una panchina sempre più corta dopo l’addio di Kvara e le assenze di Buongiorno e Olivera. Incredibile la trasformazione della Juve: sicura e incisiva in avvio, inguardabile nella ripresa. Numeri: zero tiri, zero angoli e con un tridente impalpabile per i tenerissimi Yildiz e Nico. Mai in partita, entrambi: non è un caso che il gol di Kolo Muani, appena arrivato ma subito titolare e a segno per il caso-Vlahovic, sia nato da una serie di errori difensivi. Straordinaria, invece, la metamorfosi del Napoli: primo tempo in apnea, secondo di puro dominio. Con le ali. Di Politano, innanzitutto: l’uomo in più delle due fasi. Di Lukaku: sponde doc, rigore e 200 gol nei top d’Europa. Del cuore del gruppo: lo straripante Anguissa, Lobotka e McTominay. Sembravano sei a un certo punto: Koop, Thuram e Locatelli spazzati via. Crolla la diga, crolla la squadra. L’abbozzo.
Fonte: CdS