Un esordio che difficilmente dimenticherà Elia Caprile con la maglia del Cagliari: il portiere ex Napoli e Bari ha tenuto a galla i suoi, permettendo ai sardi di raccogliere un punto d’oro a San Siro. “Tre anni fa ho giocato in C davanti a cento persone, sabato a San Siro erano in settantamila: il mio sogno da bambino si è realizzato. Siamo partiti bene ed è quel che conta. La parata più difficile? Su Jimenez in uscita bassa“. A volerlo a Cagliari, dopo la pessima gestione del duo Scuffet-Sherri, Davide Nicola, che già l’aveva allenato a Empoli la scorsa stagione e Caprile è pronto a ripagarne la fiducia: “Per dire sì al Cagliari ci ho messo poco. Sapevo che poteva essere l’occasione giusta. Poter giocare in A, rimettermi in gioco. Sono molto contento“. Maglia numero 25 sulle spalle, fidanzata e cagnetta in arrivo, con lo scontro salvezza contro il Lecce all’orizzonte: “Una gara da affrontare al meglio. Loro stanno bene, noi pure“. Torna, poi, sul suo addio al Napoli: “Napoli? Dico un gran bene di squadra, città e ambiente, ma ho sofferto, mi sono allenato duramente, volevo giocare di più. Il club ha dato il benestare e il Cagliari ha trovato l’accordo su una scelta dettata dalle mie esigenze“. Caprile fissa il suo obiettivo: salvare la squadra con il massimo impegno possibile. Come dimenticare, però, il suo passato: il Cagliari tolse all’ultimo secondo la promozione in Serie A al Bari, ma ora è tutto superato: “Cento minuti che non scordo. Un incubo che fa sempre male. Ma Pavoletti è stato rispettoso. Nello spogliatoio tutti sanno della mia storia e di Bari-Cagliari. Ma adesso testa al Lecce. Sono stato alla Domus con Empoli e Bari: i tifosi rossoblù sono fortissimi“.
Fonte: Corriere dello Sport