Messi o Ronaldo? Per Alejandro Garnacho sarebbe come scegliere tra mamma e papà. Perché Leo è il suo punto di riferimento in nazionale (nonostante sia nato a Madrid, ha scelto di giocare nell’Argentina, patria della mamma), mentre Cristiano è stato il suo primo grande mentore allo United.
Basta dare un’occhiata al suo profilo Instagram per trovare una foto iconica: stagione 2021-22 viene convocato in prima squadra e riceve in regalo da Cristiano Ronaldo il pallone della tripletta nella gara contro il Norwich. Per questo l’esterno non perde tempo per pubblicare lo scatto dell’abbraccio con CR7 sui social e e scrive «Il più grande di tutti». Dopo qualche istante arriva il commento del Kun Aguero: «Perché non hai ancora giocato con il migliore…», taggando Leo Messi. I due giocheranno insieme presto, ovvero in nazionale, e vinceranno insieme anche la Coppa America della passata estate. Adesso lo corteggia il Napoli, la squadra di Maradona: il più argentino degli argentini.
Garnacho è un giocatore dal carattere forte e determinato, noto per il suo stile molto diretto. Osservandolo giocare, trasmette la sensazione di essere un giocatore che ha sempre ben chiaro cosa vuole fare. Si percepisce la sua voglia di essere decisivo e di volerlo essere sempre meglio e sempre di più.
Se chiedete a un adolescente chi sia Alejandro Garnacho, molto probabilmente vi risponderà così: «È quello del gol in rovesciata contro l’Everton», e ha ragione. Quel gesto spettacolare e allo stesso tempo così efficace ha fatto rapidamente il giro del web, consegnandolo al mondo del calcio. Inoltre, i tifosi dello United hanno rivisto in quel gol la storica rovesciata di Rooney nel derby contro il City nel febbraio del 2011. Ma Garnacho non è solo finte e controfinte, colpi spettacolari e fantasia.
Come sottolinea Il Mattino è stato tra i trascinatori della squadra che ha vinto la FA Youth Cup nel 2022, ovvero quando si era da poco affacciato al calcio dei grandi, pur rimanendo punto fermo della squadra giovanile dello United.
Garnacho si potrebbe tranquillamente definire uno dei primi veri “figli del Covid”. I viaggi e gli incontri faccia a faccia erano vietati, cosi lo United ha portato avanti il suo corteggiamento tramite videochiamate. Al suo arrivo nel 2020 a Manchester erano ancora in vigore le restrizioni imposte dal Covid. Per la maggior parte del suo primo anno inglese, ha potuto allenarsi con i suoi compagni solo per settantacinque minuti al giorno, il tutto mentre era vietato stare negli spogliatoi. Il resto è storia recente, con prestazioni in continua crescita e presenza più costanti.
Segni particolari: una quantità di tatuaggi spropositata, con uno che ha acceso la fantasia dei più giovani. L’argentino, infatti, si è fatto disegnare sulla pelle uno dei personaggi di “Inazuma Eleven”, probabilmente il cartone giapponese più famoso del momento sul tema calcio: una sorta di Holly e Benj in salsa moderna.