C’era anche il suo tra i nomi non pronunciati da Conte, dei giocatori che a giugno volevano andare via ma che oggi sorridono convinti del progetto.
Anguissa: il centrocampista che brilla e domina contro tutti, in estate aveva ricevuto un’offerta dall’Arabia Saudita. L’allenatore lo ha blindato e ha preteso la sua conferma, cosi insieme hanno percorso questa strada che ha riabilitato il calciatore agli occhi dei tifosi e forse anche suoi. Perché oggi Frank è un altro, ricorda quello dello scudetto con la differenza che, all’età di 29 anni e dopo aver conosciuto Conte, è ancora più maturo, più forte, più incisivo. È un tuttofare, non si risparmia e si esalta con tecnica, qualità, fisico, freschezza atletica, generosità.
Col Verona, come detto dal CdS, ha percorso 11.666 km, terzo dopo Lobotka e Di Lorenzo. Mediano, incontrista, regista aggiunto a Lobotka ma anche incursore, esterno e, all’occorrenza, attaccante: quattro reti in venti presenze, tre nelle ultime cinque. La svolta con l’inserimento di Neres nei titolari e con la squadra che ha cominciato a divertirsi, a segnare con regolarità.
Anguissa ha segnato nel finale a Udine in contropiede, si è ripetuto a Marassi con il Genoa, ora col Verona dopo la prima rete col Parma a fine agosto. Due di testa, due col mancino. Da veterano e col sorriso.