Un cuore azzurro con forti sfumature biancorosse. Il piccolo Daniele, strappato alla vita dalla malattia, aveva il Napoli in cima ai pensieri. Ma si era appassionato anche alla città che lo stava curando, accogliendolo col più sincero affetto, tentando di restituirgli la speranza di una guarigione. Intorno all’azzurro del Napoli c’era il biancorosso del Perugia: Daniele era ricoverato nel reparto di oncoepatologia pediatrica dell’Ospedale di Santa Maria della Misericordia, centro all’avanguardia per tutta Italia. Lo stesso in cui si spense Andrea Fortunato, il difensore della Juventus stroncato da una leucemia nell’aprile del 1995.
L’ULTIMA VISITA E LA DOPPIA MAGLIA
Perugia e il Perugia si sono subito affezionati al piccolo: la squadra si reca alla vigilia di ogni Natale e Pasqua all’ospedale per stringersi attorno a chi soffre e portare un sorriso carico di speranza ai piccoli ricoverati, e con Daniele è scattata immediatamente la simpatia. Lo scorso 18 dicembre, durante l’ultima visita dei biancorossi in ospedale, i giocatori hanno portato una maglia del Perugia a Daniele. Nella squadra c’è anche Francesco Mezzoni, di proprietà del Napoli, in prestito agli umbri: al piccolo tifoso azzurro ha consegnato, oltre al regalo biancorosso, anche una maglia partenopea, per un sorriso in più, ricordando il bel rapporto con Antonio Conte che Daniele sentiva spessissimo al telefono. La presenza dei calciatori ha regalato un po’ di gioia anche alla famiglia di Daniele, mentre lui, emozionato per una visita così partecipata, ha potuto allontanare i brutti pensieri grazie al calcio.
CORDOGLIO
La società del presidente Faroni è rimasta scossa e triste per la scomparsa del piccolo. In giornata i biancorossi hanno espresso cordoglio e solidarietà alla famiglia di Daniele, oltre a portare con loro una maglia a lui dedicata in vista della trasferta di Ferrara contro la Spal. Con Daniele sempre nel cuore, come lo ha descritto la società sui social: “È diventato un angelo e tutto il club biancorosso lo ricorderà con commozione! Sarai sempre nei nostri cuori”.
Fonte: La Gazzetta dello Sport