6,5
Napoli
Il migliore
8
Meret
Se il migliore è il portiere significa che il pareggio era più giusto: Balotelli (due volte), Pinamonti, Badelj… Decisivo dopo 45’ di niente.
5,5
Di Lorenzo
Movimenti, sincronismi e leggerezza della corsa da applausi, ma il gol del Genoa nasce da una rimessa laterale sbagliata.
7
Rrahmani
Non c’è Buongiorno e Rrahmani s’incarica di fare il suo ruolo e, spesso, quello del collega. In più ci mette il gol. Sottovalutato.
5,5
Juan Jesus
Meno sicuro del collega, prende anche un “giallo” per un fallo a centrocampo e non è esente da colpe sul gol di Pinamonti.
6
Olivera
Questa è la sua stagione più bella e il primo tempo, dominante su Zanoli, a tutto campo, è la conferma. Poi quasi scompare.
7
Anguissa
La mezzala di Spalletti è tornata: meno regia, ma incursioni, corsa, recuperi, lotta, il gol. Uno dei risuscitati di Conte.
6,5
Lobotka
Comincia da Lobotka, dettando il ritmo, padrone della manovra, molto offensivo. Poi cede anche lui. Suo l’assist del 2-0.
6,5
McTominay
Caso raro: meglio nel secondo tempo quando lo spirito scozzese fa sì che sia l’ultimo ad arrendersi. Un gol annullato.
6
Politano
Un paio di belle iniziative, qualche pausa. Non dà però continuità alla partenza impressionante, con dribbling e cross.
5,5
Lukaku
Partenza sprint, colpo di testa sulla traversa e occasione al lato. Poi però esce dalla manovra, non apre spazi e scompare fino al cambio.
6,5
Neres
Impossibile non dargli un bel voto dopo l’assist dell’1-0, un paio di dribbling, due aperture geniali di tacco. Ma dura 45’.
5,5
Kvaratskhelia
Al posto di Neres ormai scomparso. Regala un paio di entrate, ma svirgola anche un’occasione. E si sacrifica in copertura.
5,5
Simeone
D’accordo che è difficile entrare con la tua squadra rannicchiata dietro, ma non fa salire mai il Napoli. Un contropiede.
s.v.
Spinazzola
Nel finale per trasformare il 4-3-3 in 5-4-1. Entrata non banale, presidia la destra e fa guadagnare tempo con il possesso.
6,5
Conte
Sarà un cliché, è anche una verità: Napoli a sua immagine e somiglianza. Uno spiraglio si trasforma in tre punti. Vincere è anche soffrire.
Fonte: Gazzetta