Il Genoa nei giorni scorsi ha cambiato proprietà, con l’imprenditore rumeno Dan Sucu che ha rilevato il 77% delle quote azionarie del club.
Si è giocata ieri pomeriggio alle 18 presso lo stadio “Marassi” la gara tra il Genoa e il Napoli, valida per la diciassettesima giornata del campionato di Serie A. I rossoblù, col subentro di Patrick Vieira sulla panchina, avevano raccolto sei punti nelle ultime quattro gare e avevano bloccato sullo 0-0 il Milan a San Siro. I partenopei invece, dopo il doppio stop con la Lazio, erano ripartiti con un convincente successo di rimonta sul campo dell’ Udinese. Quello di Marassi è stata una partita davvero dai due volti, col Napoli assoluto padrone del primo tempo e un Genoa molto cattivo nella ripresa, tanto da sfiorare il pareggio.
Ecco, di seguito, i principali spunti del match:
- Le avvisaglie: siamo tutti d’accordo nel dire che il Napoli ha giocato uno dei peggiori secondo tempo della stagione, perché rimasto troppo in balia dell’avversario lasciandogli il possesso palla. Però questa situazione non possiamo definirla come un fulmine a ciel sereno. I più attenti avranno notato lo stesso approccio molle a inizio ripresa anche a Torino contro i granata, dopo aver chiuso meritatamente in vantaggio il primo tempo anche quella volta. MA CI SONO ALCUNE DIFFERENZE. In quella circostanza l’atteggiamento apatico duro’ una quindicina di minuti, perché poi i partenopei ripresero a macinare gioco e occasioni. Il tecnico riuscì a scuotere i suoi ragazzi dalla panchina. E infine in campo c’era Alessandro Buongiorno (cosa per nulla banale) con la sua qualità e leadership. Se questi segnali non erano stati completamente notati allora, sono certo che dopo Genoa-Napoli mister Conte li avrà ben chiari in mente e saprà trovare le giuste soluzioni.
- Il male minore: Conte ieri non aveva tantissimo da poter pescare in panchina (forse Folorunsho in quella battaglia poteva far comodo) e i cambi come sempre tardivi lo dimostrano. Però c’è stata una scelta tattica a mio avviso decisiva per tornare da Genova coi tre punti. Intorno al 55’ ha deciso di abbassare Lobotka tra i due centrali, spostando Rrhamani sul centro destra e Juan Jesus più largo a sinistra. Scelta alla quale nell’anno del terzo scudetto si affidava anche Lucio nei rari momenti di sofferenza. Iniziativa utile perché lo slovacco è riuscito a togliere diverse castagne dal fuoco, evitando la perdita di ulteriori palloni banali in zone pericolosissime del campo. Anche se poi questa scelta ha portato a un’evidente inferiorità numerica a centrocampo col Genoa a produrre un forte sforzo a caccia del pari. Una mossa che io definirei “il male minore”.
- La sentenza: voglio essere chiaro e diretto. La coppia Rrhamani-Juan Jesus non può davvero più essere schierata. Neanche col Venezia domenica prossima e per almeno tre motivi. E’ troppo mal assortita, toglie certezze e sicurezza a tutta la squadra e riporta alla mente dei tifosi partenopei ricordi tanto nefasti quanto tossici. E poiché difficilmente a Firenze il prossimo 4 gennaio sarà in campo il nuovo acquisto (se arriverà subito) Antonio Conte deve sin da subito lavorare seriamente a una soluzione più valida. La migliore a mio avviso potrebbe essere schierare Olivera centrale (ruolo che ricopre da tempo in Nazionale) scegliendo uno tra Mazzocchi e Spinazzola come terzino sinistro. Più complicato sembra invece spostare capitan Di Lorenzo (ieri 250 in maglia partenopea) con Rrhamani. E visto che Rafa Marin sembra ormai fuori dai giochi, io valuterei addirittura di sacrificare Lobotka (anche se sarebbe un azzardo perché è troppo basso per fare il centrale) con Gilmour al suo posto nella zona nevralgica del campo. Personalmente mi fido del mister e sono sicuro che saprà lui trovare la giusta soluzione, ma nessuno deve dimenticare che la coppia schierata ieri contro il Genoa nello scorso campionato ha subito ben quarantotto gol e quest’anno nelle tre apparizioni del brasiliano da titolare addirittura sette. Più che numeri queste sembrano sentenze!!!
- Gli incubi del passato: a Napoli lo scorso anno era approdato come allenatore della squadra scudettata mister Rudi Garcia. Tecnico che non ha lasciato nessun buon ricordo qui, tanto da essere esonerato già a novembre. Ecco il francese ieri si è improvvisamente voluto togliere dei sassolini, parlando prima dell’ineleganza di Mazzarri, allenatore che io ho amato nella prima esperienza ma che con la frase “HO STUDIATO IL NAPOLI DI SPALLETTI A MEMORIA” ha raggiunto il livello record di 9,9 della SCALA MAZZARRI. Ha parlato anche di mercato estivi insufficiente senza essere stato accontentato. Fin qui tutto giusto, ricordandoci che comunque esistono sempre le dimissioni. La parte inaccettabile è quella delle offese al presidente (che ancora colui che gli versa lo stipendio) da parte di un uomo particolarmente frustrato ed esonerato già’ un anno prima in un anonimo campionato arabo. Che la sua carriera di coach sia ormai terminata da un po’ e’ palese, però che anche lo stile finisse era meno prevedibile. Insomma ieri tra la coppia Juan Jesus-Rrhamani in campo e Garcia che parlava di Napoli sono riaffiorati troppi incubi del passato. Per fortuna che almeno si sia vinto sul campo del Genoa e sulla panchina azzurra ci sia Antonio Conte…
“A mente fredda” è a cura di Marco Lepore
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