A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Fabio Rossitto, allenatore ed ex centrocampista, tra le altre, di Napoli ed Udinese. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Sabato ci sarà Udinese-Napoli. Come vede questa sfida?
“È una partita difficile da pronosticare. L’Udinese viene da una vittoria importantissima contro il Monza, dopo un periodo di difficoltà, ed è in salute. Il Napoli, invece, è una squadra che è sempre costretta, per così dire, a vincere. Questo inevitabilmente porta tensioni quando i risultati non arrivano. Sarà una partita tirata, complicata per entrambe le squadre. L’Udinese, tutto sommato, è tranquilla: sta facendo meglio degli ultimi 5-6 anni.
Il Napoli, invece, ha ritrovato un certo tipo di gioco rispetto all’anno scorso, ma le aspettative su di loro sono sempre altissime.”
Secondo lei, la piazza napoletana è disfattista?
“Non credo. Come tutte le piazze importanti, vive di alti e bassi. Dopo i grandi successi, come lo scudetto di qualche anno fa, le aspettative si alzano. Con l’arrivo di Antonio Conte, poi, ci si aspetta subito risultati importanti. Ma serve tempo per costruire qualcosa di solido. Bisogna mettere a posto il telaio, trovare il giusto equilibrio. Conte è un uomo di calcio, sa bene come lavorare con i giocatori e la società, ma non si può pretendere di trasformare l’acqua in vino in pochi mesi.”
Le aspettative altissime sono anche legate al suo ingaggio stellare?
“Certamente. Quando ingaggi un tecnico così importante e carismatico, è normale aspettarsi tanto. Però chi conosce il calcio sa che le difficoltà sono tante e che servono tempo e pazienza. Conte, però, ha dimostrato ovunque di saper vincere e costruire. È un leader che sa dove vuole arrivare. Faccio il paragone con Schumacher alla Ferrari: anche lui ci ha messo cinque anni per vincere con la Rossa, nonostante fosse strapagato, ma poi ha aperto un ciclo incredibile. Per ottenere grandi risultati serve costruire una macchina perfetta. Nel calcio, questo significa lavorare sulla mentalità, sul fisico, sulla società, e creare una sinergia totale. Ma c’è bisogno di tempo”
Come vede Fiorentina e Juventus in questo momento?
“La Fiorentina sta vivendo un momento spensierato e felice. Non credo che possa lottare per lo scudetto, ma sta facendo un campionato importante. La Juventus, invece, vive una situazione diversa: c’è una mentalità storica che mette la vittoria sopra tutto. Thiago Motta sta cercando di imporre le sue idee, ma non è facile. Tra infortuni e difficoltà, serve vincere anche le partite sporche per costruire una mentalità vincente.”
Nella lotta salvezza, chi vede più attrezzato?
“Il Venezia sta facendo bene, grazie a un allenatore bravissimo. È una squadra che gioca bene, ma in Serie A non basta: serve una società solida, pazienza e tante altre componenti. È una lotta durissima. Anche squadre come il Verona e il Lecce stanno affrontando molte difficoltà, ma ci sono dirigenti come Corvino che fanno la differenza.”
Il prototipo del centrocampista moderno si chiama Koopmeiners o McTominay?
“Entrambi sono grandi giocatori. Koopmeiners, in particolare, ieri sera ha fatto una prestazione straordinaria. Ma mi permetto di aggiungere un terzo nome: Ederson, dell’Atalanta. È un giocatore che mi sta impressionando molto.”