Fausto Pizzi, ex calciatore – fra le altre – del Napoli (32 presenze e 3 reti nella stagione 1995-96), ha rilasciato un’intervista esclusiva ai microfoni de Il Napoli Online.
Una sola stagione per te al Napoli, nel 1995-96 con Boskov in panchina. Dopo un buon girone d’andata mollaste un po’ al ritorno centrando comunque un piazzamento tranquillo. Cosa ricordi con più affetto del tuo periodo in azzurro?
“Ricordo ancora nitidamente tutto. Al di là dei risultati sportivi è stata una bellissima annata perché mi ha dato la possibilità di giocare in una piazza ambita come Napoli che ha un tifo calorosissimo. Quelli sono stati anni particolari: la società, tornata dalle mani dei Moxedano/Gallo a quelle di Ferlaino, viveva grandi difficoltà, ma nonostante tutto riuscì a mettere insieme un organico che disputò un campionato onorevole. La prima parte di stagione fu entusiasmante e, anche da primi in classifica, ci portò a giocare partite importanti con avversari ambiti nelle quali facemmo una bella figura, come la vittoria interna sull’Inter e i pareggi conquistati in trasferta contro Milan e Juventus, risultati impensabili all’inizio. Più di tutto mi rimane l’affetto della gente, il calore dei napoletani, le sensazioni e le emozioni provate quando giocavamo in casa e soprattutto l’onore di aver indossato la maglia numero 10 che a Napoli rappresenta qualcosa di veramente grande”.
Che persona era Vujadin Boskov?
“Era un carismatico, di una bontà assoluta e, data la sua immensa personalità, ben voluto da tutti. Apparteneva ad un calcio tradizionale, ma seppe gestire il gruppo sempre ad alto livello. Lo ricordo ancora oggi con grande affetto”.
Hai mantenuto contatti con qualche tuo compagno dell’epoca?
“Con Fausto Pari, abitando nella stessa città, capita spesso d’incontrarci, così come con Fabio Pecchia. Ho partecipato ad eventi in cui c’erano altri compagni, tra cui André Cruz. Nonostante col tempo ci si perda di vista, restano a distanza di anni bei ricordi di quella stagione”.
Hai vestito la maglia del Napoli in un periodo molto difficile della storia del club: quali differenze riscontri fra “ieri” ed “oggi”?
“Nel corso del tempo il Napoli ha avuto la capacità di costruire delle proprie strutture, come il centro sportivo a Castel Volturno: qualcosa che è la base per garantirsi risultati sportivi, a cui vanno aggiunti gli importanti investimenti di De Laurentiis che hanno portato al Napoli giocatori di livello grazie ai quali il club ha ottenuto successi di prestigio, dai primi trofei al meraviglioso scudetto di due anni fa”.
Un retroscena, se c’è, di quella stagione.
“I numerosi discorsi pre-gara di Boskov, esilaranti perché lui tendeva a concludere gli allenamenti facendoci disputare una gara a due squadre, condita spesso da battute motivazionali per caricare noi tutti. Nei giorni precedenti alla gara col Milan, diede simpatiche istruzioni a Renato Buso sul modo in cui andava marcato Maldini, motivandolo a dovere. Era un suo modo un po’ colorito, ma certamente un mix di ironia, calore, passione. E a noi dava quella forza di affrontare ogni avversario senza paura”.
La Serie A vede attualmente numerose squadre nell’arco di una manciata di punti: è tornato il campionato delle “Sette Sorelle”?
“Non so dire con certezza se sarà così fino alla fine. Penso che a livello di rosa l’Inter abbia qualcosa in più delle altre, ma i valori verranno fuori alla lunga. A dar più fastidio ai nerazzurri saranno comunque Napoli e Atalanta”.
A cura di Riccardo Cerino