Anna Falchi spiega a “Il Mattino” come nasce la sua fede laziale

Anna Falchi è ancora sorridente.

La vittoria in Coppa Italia della sua Lazio sul Napoli l’ha messa decisamente di buon umore, «anche se non sono riuscita ad andare allo stadio a vedere la partita». È nata in Finlandia, si è trasferita a Roma a metà degli anni ‘90 ma praticamente dallo scudetto del 2000 è diventata la madrina ufficiale della Lazio.

 

Una domanda sorge spontanea: perché proprio la Lazio?«Beh per fare un dispetto a mio fratello romanista, al quale però devo il mio grande amore per il calcio».

Davvero?«Mi faceva sorridere l’idea di avere un derby in famiglia. Ho iniziato a frequentare lo stadio quando sono arrivata a Roma, ovviamente con mio fratello. Poi ho capito che le domande che ti faceva la gente erano sempre quelle: “Come ti chiami?, “Da dove vieni?”, “Sei della Roma o della Lazio?”. E così, per fare un dispetto a lui ho iniziato a tenere per la Lazio. A 6 anni è diventato tifoso della Roma, si vestiva sempre tutto di giallorosso. E poi devo dire che i colori della Lazio mi piacevano di più: biancocelesti come i miei occhi chiari. Ho anche pensato che Falchi era il mio cognome e l’aquila è il simbolo della squadra, insomma: un mix divertente che mi ha convinto in fretta».

 

L’approccio con lo stadio qual è stato?«Ho iniziato a frequentarlo assiduamente e sono diventata madrina ufficiale per la festa dello scudetto. È una cosa della quale vado fiera».

Ci mancherebbe altro.«Nel mondo dello spettacolo c’è sempre un pizzico di scetticismo nello svelare il proprio tifo. Ma a me non importa. Per altro a Roma al massimo mi dicono: “Anna, hai un solo difetto, sei della Lazio”. Insomma, sono fieramente laziale».

Una fede che ha trasmesso anche a sua figlia.«Eh sì, Alyssa è un’aquilotta. Quando è nata 14 anni fa la Lazio mi ha mandato tutti i gadget biancocelesti. Io non l’ho mai condizionata e per fortuna si è appassionata quando abbiamo iniziato a vincere dei derby. Praticamente va sempre allo stadio e sempre con le magliette autografate. Conosce tutte le canzoni a memoria e da mamma devo dire che è molto bello avere questa passione in comune perché diventa un momento di grande condivisione».

Anche lei è spesso in tribuna all’Olimpico.«Mi piace tantissimo andare allo stadio e quando non riesco perché sono fuori non mi perdo mai una partita: sono abbonata a tutto».

Quest’anno vi state divertendo con questa Lazio.«È una stagione piena di rivincite. Perché all’inizio nessuno ci credeva, i tifosi sono spesso scettici, ma io ho sempre creduto nel progetto del presidente che va dritto per la sua strada e ha avuto ragione, pur rinunciando ad alcuni giocatori che erano pietre miliari del passato. Noto uno spirito nel gruppo che non vedevo da tantissimi anni. Si vede che c’è un grande feeling nello spogliatoio e mi piace tanto il tridente Zaccagni-Castellanos-Dia».

Lei è protagonista in Rai con i “Fatti Vostri”: chi le piacerebbe avere come ospite nel suo studio?«Il mio cuore batte per Pedro: l’usato garantito. L’ho conosciuto e ho capito che è un ragazzo davvero straordinario che sta vivendo un momento incredibile. È un motivo di orgoglio sia per la Lazio che per il calcio perché dimostra che la carriera di uno sportivo si è allungata. È un esempio vivente, dimostra che si possono fare grandi cose avendo una vita regolare e un allenamento rigoroso. E poi è molto simpatico. Quando facciamo le feste di Natale della Lazio è uno dei protagonisti al karaoke, canta sempre la canzone della Carr “Pedro, Pedro, Pedro”».

E il suo rapporto con Napoli?«Ho lavorato due anni a “Number Two” a Napoli e quella azzurra è una squadra che per certi versi mi sta simpatica. Poi è una città dove il calcio è vissuto in maniera incredibile. Per altro la prima partita della mia vita l’ho vista al San Paolo, prima ancora che diventassi laziale. Da bambina amavo Maradona e qui ora abbiamo come allenatore Baroni che ha segnato il gol del secondo scudetto del Napoli su assist di Maradona».

Dai napoletani ha ereditato anche qualche rito scaramantico?«Proprio così. Indosso sempre la stessa sciarpa che è invernale ma la uso anche d’estate».

 

Fonte: Il Mattino

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