Si apre il capitolo sportivo legato all’evasione fiscale di alcuni arbitri italiani internazionali, tra cui Orsato e Rocchi, oggi designatore degli arbitri della CAN. Dal punto di vista economico, i coinvolti hanno già sanato il loro debito con il fisco italiano, ma ora il procuratore Chiné vuole vederci chiaro per capire se c’è stata la violazione dei principi di “lealtà, correttezza e probità” previsti dal Codice di giustizia (articolo 4) e dal Regolamento dell’AIA (articolo 42). Anche l’aspetto economico della faccenda lascia qualche dubbio: non ci sarebbe infatti una normativa specifica (almeno questo sostengono alcuni esperti in materia ai quali i coinvolti si sono rivolti) che regoli i compensi degli arbitri che dirigono le gare all’estero, pagamenti che arriverebbero dalla Uefa. Chiné procederà poi ad analizzare gli atti ed, eventualmente, passare alle audizioni dei coinvolti, prima di stabilire deferimenti e violazioni. La faccenda non sembra comunque molto grave e, se il procedimento andasse avanti, chi sarà coinvolto e deferito rischierebbe una sanzione che va dall’ammenda alla squalifica, come previsto dal Codice.
Fonte: Corriere dello Sport