Alessio, all. in seconda di Conte al Chelsea: “Napoli? Ci sono tre grandi novità: Buongiorno, McTominay e Lukaku”

L’ex allenatore in seconda di Antonio Conte, Angelo Alessio, ha parlato in un’intervista a Il Mattino, sottolineando la sua conoscenza sia col tecnico del Napoli, che con quello del Torino, le due squadre che si sfideranno domenica per la quattordicesima giornata di campionato di Serie A.

Si divertirà a sedersi e osservarli, seguirli a distanza. Perché la sfida di domenica tra Torino Napoli sarà anche quella tra Paolo Vanoli e Antonio Conte, seduti in quello spogliatoio di Londra per ore con Angelo Alessio.
«Due uomini diversi, ma due grandi professionisti» racconta Alessio, che l’anno al Chelsea con entrambi lo ricorda bene e ora li segue a distanza.
Potremmo dire: ci eravamo tanto amati…
«Vedremo all’opera due allenatori, due uomini di grande esperienza».
Due allenatori uguali o diversi?
«Molto differenti, perché in questo lavoro non c’è una sola strada».
Allora proviamo a giocare: in cosa si differenziano di più Vanoli e Conte?
«Ognuno approccia alla squadra e poi al singolo calciatore in maniera molto diversa».
Ci sarà, però, anche un aspetto comune.
«Più di uno, certo. Entrambi sanno dove andare, qual è l’obiettivo. E hanno le idee chiare sempre su quello che va fatto».
Vanoli lo ha imparato da Conte?
«Quello al Chelsea fu un anno importante. Con Paolo siamo stati insieme solo una stagione, Antonio l’ho vissuto più a lungo».
Vi sentite ancora.
«Certo. Quando si parlava del Napoli ci siamo sentiti spesso. Sono anche venuto a trovarlo in città. Era la prima sosta di campionato, ne ho approfittato».
E che Conte ha trovato?
«Sereno, carico, determinato. Ma già sapeva il lavoro che andava fatto. E infatti…»
E infatti oggi il Napoli va a Torino da primo in classifica.
«Se dicessi che non me lo aspettavo mentirei. Innanzitutto perché il Napoli è una squadra forte, poi perché conosco Antonio, quello che può fare e quello che vuole da una squadra».
Ci dica: qual è il segreto di Conte?
«Non c’è, o forse sì: idee chiare, preparare al meglio le partite, non lasciarsi andare troppo in festeggiamenti dopo una vittoria. Bisogna subito pensare alla prossima. E farlo capire ai calciatori è importante. Aveva studiato bene il Napoli prima di accettare, sapeva già tutto della squadra e dei rinforzi necessari».
La squadra non è troppo diversa da quella dello scudetto.
«Ci sono tre grandi novità: Buongiorno, McTominay e Lukaku. Resta una squadra forte, di livello assoluto. Oggi difficile da affrontare per tutti. Il Napoli doveva stare lì».
E l’ambiente sta aiutando?
«È uno dei fattori su cui Antonio punta. Sapeva bene che a Napoli, se le cose vanno bene, hai una spinta in più che può fare la differenza».
La piazza è contenta, ma qualcuno si aspetta di più dal gioco.
«È un percorso. Una strada da fare. È arrivato un nuovo allenatore, serve crescere tutti insieme. Il primo obiettivo era rendere il Napoli una squadra solida e c’è riuscito: seconda miglior difesa a oggi. Poi serve trovare equilibrio per vincere. Ci sono attaccanti di qualità che possono far male sempre. Non mi preoccuperei troppo, insomma».
Lei che lo conosce: cosa avrà detto a Kvara dopo quel gesto di stizza alla sostituzione domenica?
«Niente. I calciatori in quei momenti lì bisogna lasciarli liberi, tranquilli. Poi in allenamento se ne parla. Bisogna far capire che serve anche rispetto per le scelte e per i compagni che ti danno il cambio».
Il Torino, però, non stenderà il tappeto rosso.
«Sono partiti benissimo, ma è una squadra in difficoltà oggi. Darà del filo da torcere sicuramente. L’infortunio di Duvan pesa, ma sono convinto che raggiungeranno gli obiettivi».
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