Negli ultimi anni, durante le soste per le nazionali è diventato comune, per i tifosi, fare gli scongiuri per tenere lontano il pericolo di qualche infortunio dai propri beniamini. Proprio quello degli infortuni sta diventando un tema caldo che sta facendo discutere tutti. Negli ultimi anni non sono aumentate solo le partite, ma anche gli “stop forzati” dei calciatori.
L’AIC ha reso noto uno studio, ripreso quest’oggi dal Corriere dello Sport, nel quale sono stati incrociati i dati sugli infortuni che si sono verificati, di recente, in Premier, Liga e Serie A. Il bilancio non è florido e ha spinto il presidente dell’Assocalciatori Umberto Calcagno a lanciare l’allarme. Ecco un estratto dell’approfondimento del “Corriere dello Sport”:
“In Premier i calciatori passano il 15% del loro tempo ai box, mentre in Liga e in Serie A questa soglia scende all’11% ma desta comunque forti preoccupazioni. A fronte di un incremento di 11 partite per le società di vertice (toccando anche quota 70-75 nei casi più estremi), è già possibile prevedere che ciascun club possa passare da una media di 1.430 giorni di infortunio dei propri calciatori a una di 2.280. Il Mondiale per Club e le conseguenze dei format XL delle coppe si faranno sentire: la prospettiva, secondo la ricerca, è di un aumento esponenziale del 50% di infortuni in tutte le squadre: un’emorragia senza fine.
La situazione in Serie A
Guardando alla Serie A, le società che dal 2022-23 al 2023-24 hanno subito più infortuni sono state la Roma (incremento del 37%, da 992 giorni di stop a 1.326), il Milan e la Fiorentina (entrambe al +22%). È altrettanto emblematico il caso della Juve: nel 2022-23 ha partecipato a Champions (girone) ed Europa League (fino in semifinale) e i suoi tesserati non sono stati a disposizione di Allegri per 1.837 giorni, mentre nel 2023-24, con la squalifica di un anno dalle coppe, sono stati registrati 1.378 giorni di assenza, con un calo del 25%.
Le parole di Umberto Calcagno
«Aumentare l’offerta di calcio in tv sembra essere l’unica risposta delle istituzioni internazionali al calo d’interesse dei tifosi – il pensiero del presidente dell’Aic, Calcagno – Significa aggiungere partite, trasferte e impegni ad atleti che sono già prossimi a una soglia del rischio molto alta. Non è più solo una questione di tutela della salute della persona». Dopotutto, quando i campioni si fanno male, e valga come esempio la lunga inattività alla quale sarà costretto il Pallone d’Oro Rodri, «ci rimette anche lo spettacolo sportivo»”.