⚽️CdS Campania⚽️ – Tutti gli uomini di Conte per il primato “LE CERTEZZE DEL TRASFORMISTA”

Il Napoli è capace di cambiare  assetto tattico  a seconda  delle esigenze  pur conservando  la sua identità.
Conte ha creato  una squadra  camaleonte  con un gruppo di giocatori  che sono la base  

LE CERTEZZE DEL TRASFORMISTA  
Anguissa, Di Lorenzo e Rrahmani sempre in campo e mai sostituiti  Anche McTominay, Rom, Kvaratskhelia e Politano collezionano partite

 

 

Lobotka e Meret    fermati soltanto  dagli infortuni  Poi c’è Olivera

 

Simeone e Neres  i primi cambi  Ngonge in rampa  nell’ultimo mese

 

LE CERTEZZE DEL TRASFORMISTA

C’ era una volta l’integralismo tattico: 4-3-3 e così sia. A un certo punto un dogma più che una soluzione (tipo un anno fa), nel nome di un passato che già sfumava verso il tramonto dei ricordi. Poi, Antonio Conte: è arrivato lui e il Napoli s’è messo a pensare come lui. Stesso piglio, stesso sguardo, stesso carattere. Un’identità precisa ma anche la capacità di cambiare abito, di trasformarsi a seconda delle occasioni, serate di gala o giornate di fatica: il Napoli di Conte gioca a cinque e anche a quattro, costruisce con i tre difensori (più due) o abbassa il regista tra i centrali; sposta McTominay al fianco di Lukaku e fa 4-2-2-2 oppure lo abbassa in mediana e fa 4-3-3 o 4-2-3-1 in corsa. In fase offensiva, certo, perché poi quando c’è da difendere Politano può fare l’esterno destro a tutta fascia o restare più alto. E così via: il Napoli è un laboratorio di sistemi recitati sistematicamente nel nome di quella solidità che, nonostante numeri realizzativi non proprio esaltanti, ha permesso alla squadra di conquistare la vetta della classifica e poi difenderla per sette giornate consecutive. Passando attraverso la Juve, il Milan, l’Inter e l’Atalanta: tre scontri diretti in trasferta – due pareggi e una vittoria con i rossoneri – e quello con la Dea al Maradona, unica sconfitta del ciclo. A proposito: quattro partite fondamentali giocate più o meno con la stessa formazione. Un solo cambio dalla Juve alle altre, Gilmour per Lobotka, obbligato dall’infortunio di Lobo. E poi, formazione identica. O quasi. Basta leggere i minuti collezionati da tutti i giocatori della rosa in dodici giornate: esiste un assetto di base, undici uomini impiegati con maggiore frequenza. Tre sempre presenti e mai sostituiti. Senza coppe va così. A volte anche con.

 

Fonte: CdS

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