I confronti si fanno partendo dall’inizio, riassumendo l’iter d’ognuno dentro i sedici metri: Cavani ne fece otto in dieci giornate di campionato; Higuain, un “mostro” del ruolo, stentò un po’ – cinque gol nelle prime dieci – ma poi avrebbe disegnato calcio. Mertens, nel 2013, era un esterno, ebbe bisogno di essere reinventato da prima punta. E Osimhen, che ha dipinto il cielo tricolore, ne segnò appena due in questo spazio definito.
Lukaku ha dovuto avvicinarsi a Napoli silenziosamente, se ne è stato a Londra ad allenarsi da solo, ha avuto bisogno di Conte per ritrovare la condizione che, ora dal Belgio, viene rimessa in discussione: con Israele, stasera, non ci sarà, pareva ci fosse un patto con Tedesco, il ct della sua Nazionale, che però ha smentito. “Non è vero. Voleva giocare ma ha un’infiammazione. Nei prossimi giorni gli verrà fatta un’iniezione che gli proibirà d’allenarsi per quattro-cinque giorni”. La Roma è ad una settimana di distanza, si può fare: i fantasmi già abbondano.
Fonte: Gazzetta dello Sport