Il Napoli, nel frattempo, ha firmato una prima offerta di rinnovo a luglio e poi una seconda più recente. I parametri: nuova scadenza, 2029; nuovo stipendio, dall’attuale da 1,8 milioni a 5 milioni (o poco più) oltre ai bonus, così da eguagliare anche Lukaku e diventare il più pagato della rosa; scatti progressivi. Con l’entourage di Kvara c’è l’accordo sulla base di partenza – o quantomeno la distanza è minima e facilmente colmabile -, ma poi ci sono divergenze di vedute in primis sulla clausola rescissoria: il giocatore chiede d’inserirla e di quantificarla in 80 milioni; il Napoli ritiene di non doverla prevedere e nel caso, volendo, la accetterebbe di una cifra vicina ai 120 milioni. E ancora: l’agente di Kvaratskhelia ha chiesto uno scatto notevole in un’unica soluzione dal terzo anno, tra gli 8 e i 9 milioni. E per finire sono in ballo anche le commissioni.
IL PREZZO. Il quadro è chiaro. Kvara è stato oggetto dei sogni proibiti del Psg, in estate, e ora lo è anche del Barcellona. Una cosa, però, non è mai cambiata da una stagione all’altra: a fare il prezzo era e sarà ancora il Napoli, eventualmente. A giugno il Paris Saint-Germain arrivò ad offrire 210 milioni di euro per Khvicha e Osi insieme, ma l’incedibilità inderogabile di Kvara sancita da Conte e rilanciata da De Laurentiis chiuse la storia ancor prima di cominciarne a parlare. Per la verità, il Psg aveva chiacchierato direttamente con il georgiano e il suo entourage, offrendo uno stipendio da 11 milioni a stagione: proposta indecente da far girar la testa a chiunque, per carità. Proposta che stizzì legittimamente Aurelio.
L’ATTESA. La situazione, insomma, è piuttosto chiara. Non lo sono le prospettive, però: i dubbi restano, arrivano fino in Spagna, e non è un caso che Manna abbia spiegato di attendere una risposta in tempi brevi, considerando prioritaria la necessità di concentrarsi sul campo. Sulla stagione. La certezza è che il Napoli, in estate, si muoverà su basi precise. In un senso o nell’altro.
Fonte; CdS