Dai palla a Lobotka e lui la mette in ghiaccio. Cerchi lo scarico ed ecco lo slovacco in soccorso. E’ un punto di riferimento, lo è stato per Spalletti, lo è per Calzona, Conte non è da meno. Nessuno se ne priva, lui gioca perchè sa fare tutto. Scrive il CdS: “Gilmour non ha tradito le attese e ha superato l’esame. Non era facile imporsi in un ruolo così delicato, era ancor più difficile per un ragazzo di 23 anni che fino a pochi mesi fa giocava altrove, in un altro campionato, in una squadra (il Brighton di De Zerbi) abituata a fare cose diverse. Ecco perché Conte è soddisfatto del suo inserimento con picchi di rendimento come a Milano col Milan con tanto di complimenti pubblici del suo allenatore all’uscita dal campo. Ma questa squadra è pensata per e con Lobo e a lui è legata per una serie di motivi e fattori tattici. Non è solo un play o un regista, non è semplicemente un centrocampista. Ha la capacità di divorare le difficoltà mettendo in cassaforte il pallone con un semplice movimento del corpo, una finta o un tocco illuminante. Lobotka alla manovra offre respiro, intuizioni e idee. Crea occasioni, percorre il campo in diagonale, avanza con strappi per recuperare metri e avvicinarsi all’attacco, quindi rientra e copre, fa le preventive, chiude i varchi, raddoppia, aggredisce e riparte. Un motore che non si spegne e che si alimenta del suo stesso spirito. Un esempio per gli altri. Una certezza. Ritrovata”