Una domenica dove non tutto è andato bene. Anzi. Ha protestato l’Udinese (attraverso le parole del suo diesse, Nani), per quel tocco di gomito di Hien che doveva essere sanzionato col rigore. Ha protestato – soprattutto – Conte, furibondo contro il VAR, per il penalty assegnato da Mariani che invece non lo era. Gianluca Rocchi concorda, due errori, uno certo, l’altro che errore è, però… (e quest’incertezza fa tutta la differenza del mondo). Il designatore non li nomina mai, Nani e Conte, non vuole entrare in diatribe che non gli appartengono.
La sua risposta, 24 ore dopo a Lissone, a margine di un appuntamento organizzato da tempo dalla Lega calcio (presente anche Serse Cosmi) è più ecumenica, rivolta a tutti: «Prima di tutto dobbiamo fare noi meno errori, di sicuro. Dall’altra parte, cerchiamo di essere più riflessivi, serve rispetto. Chiedo di essere il più tolleranti possibile perché se non porti rispetto il clima si incendia. Non posso mica fare ogni volta una conferenza e dire: a te questo, a te questo.. Se poi uno incappa in un errore chiaro, lo diciamo noi la sera (a Open VAR su DAZN, ndi) che è un errore». Anche senza destinatari certificati, il messaggio è chiaro.
DELICATO. Il momento arbitrale è particolarmente delicato, il campionato tirato, con tante squadre in pochi punti, bellissimo per chi ama il calcio, può diventare (diventa) un problema per gli arbitri. Soprattutto per questo gruppo che Rocchi sta cercando di far crescere. L’obiettivo è chiaro, lanciare più giovani possibili, anche a costo di incappare in qualche errore. È come nell’economia familiare, nei periodi meno felici si tira un po’ la cinghia, per stare meglio poi. La frase «vi chiedo di essere più tolleranti» è detta pensando proprio a questo. Ci sono giovani che fanno partite forse sovradimensionate rispetto alla loro maturità arbitrale dopo averne dirette magari soltanto 30/35 in A. Ai tempi di Rocchi, per farle bisognava averne almeno il doppio.
ERRORI. Il rigore di Mariani non era rigore, anche se ufficialmente, nelle segrete stanze, viene definito come non inventato. E siamo pronti a scommettere che se Di Paolo (VAR) fosse andato fuori protocollo (sicuramente Mariani al VAR avrebbe riconosciuto l’inconsistenza del contatto), nessuno si sarebbe strappato le vesti. Il rigore di Hien, invece, lo era, non visto da Di Bello in campo e da La Penna al VAR. Tolleranza, però, chiede il designatore. Il riferimento, non l’unico, è per Feliciani (Monza-Milan) che resterà fermo un mesetto, non solo per quel contatto Bondo-Theo Hernandez (o fischi subito oppure non è fallo, perché fallo non è) ma per come ha gestito il mobbing successivo (accerchiato, neanche un cartellino) e per come ha condotto la partita.
Un altro che resterà lontano dalla A è Ayroldi jr, al quale sono state contestate sette ammonizioni su 11 in Lazio-Cagliari, figuratevi il resto (e a lui chances ne sono state date parecchie). Fermati anche VAR e AVAR (Pairetto e Maresca, basta la parola) di Verona-Roma, arbitro Marcenaro (diventerà internazionale dal 1 gennaio 2024), altro per il quale “vedi alla voce tolleranza”: hanno visto il contatto su Dovbyk (nulla) e l’ostruzione di Kastanos su Svilar (ci stava), dimenticandosi della gomitata di Magnani su Ndicka (era OFR e gol annullato). Evangelicamente, vedo la pagliuzza ma non la trave nel mio occhio. Così come Baldanzi, inizialmente “addolcito”, era da OFR e rigore. Speriamo basti così….
Fonte: CdS