Dopo Inter-Napoli, che si è giocata domenica sera a San Siro, l’ira di Antonio Conte per un rigore concesso ai nerazzurri per un contatto di Anguissa, hanno fatto scalpore, e per questo, come sottolinea Il Mattino, potrebbe rischiare il deferimento.
“Il re è inquieto. È stato zitto a lungo, troppo per i suoi gusti, pure dopo il rigore negato a Politano nella gara con il Lecce, perché temeva il fallo di reazione, la vendetta preparata a tavolino. Ma stavolta no, ha indossato l’elmetto ed è partito alla carica. Da solo. E non è un caso che abbia accusato tutti, Antonio Conte, dopo un pareggio che vale ancora il primo posto: perché nessuno possa dire che si lamenta sempre (anche se c’è chi lo ha detto lo stesso). «Il Var deve essere uno strumento onesto, sennò alimenta retropensieri». Che poi sono parenti dei cattivi pensieri. Ma l’Aia e anche la Lega Serie A non si sentono in imbarazzo. Tutt’altro. Anche se le parole di Conte non hanno lasciato indifferenti arbitri e vertici di via Rosellini. Il giorno dopo nessuno, né Rocchi né altri, ha chiamato Conte. Nessun chiarimento. Anzi a Lissone il designatore Rocchi (tra poco ci sono le elezioni) ha tenuto un piccolo stage proprio sul Var. Il delegato del’Aia deputato a dare spiegazioni sulle decisioni arbitrali, Riccardo Pinziani, non è stato contattato dal club azzurro per i fatti di Inter-Napoli. Già, in queste ore il Napoli è rimasto fermo. Ma De Laurentiis è a Los Angeles e non è escluso che nelle prossime ore decida di muoversi. E in fretta e furia gli arbitri fanno sapere che il protocollo che contesta Conte («Ma chi lo fatto?») non è il loro e che Conte è l’unico degli allenatori a non aver partecipato agli incontri formativi per conoscere il regolamento che viene redatto dall’Ifab e vale per tutti. E la Figc? Nessun commento, per carità, ma le voci di dentro raccontano di Gravina sia rimasto colpito dalla durezza delle parole di Conte, per quei “retropensieri” che non fanno bene al calcio italiano e che feriscono, che riportano indietro negli anni bui del passato. In ogni caso, Conte ha scosso la serie A. La presa di distanza di Inzaghi («Parla solo per se stesso») dà anche il senso del clima che c’è. Uno tsunami ha scatenato. Conte non ci sta: neppure il Var a chiamata gli va giù, pensa che sia una cosa “da mercato”.
Quelle di Conte sono urla e non solo di rabbia, no davvero, e neanche solo di nervosismo. Sono urla che nascondono delusione o meglio di disillusione, perché vede ombre. Non parla di complotti, per amor del cielo, ma il suo sfogo arriva dal passato, dai tanti indizi che messi insieme fanno molto più di una prova, a suo modo di vedere. Già il giorno di Milan-Napoli, sul Mattino, abbiamo raccontato delle sue preoccupazioni per una serie di decisioni arbitrali che lo turbavano e lo portavano a pensar male. È convinto che le parole di ieri prima a Dazn e poi in conferenza hanno raggiunto chi di dovere. Considera il rigore concesso una cattiveria ed è convinto che sia solo la goccia che abbia fatto traboccare il vaso. Troppi segnali tutti uguali. E allora ecco che ha deciso per l’affondo duro. Ed è convinto di essere riuscito nella missione, quella di far cambiare l’aria. Non vuole che tutto il suo lavoro venga rovinato da decisioni che considera, nella migliore delle visioni, errate.
Anche Ancelotti andò all’assalto del capo degli arbitri di allora, Rizzoli. Ma Carletto aveva un’altra visione: «Voglio che sia l’arbitro a sbagliare in campo». No, Conte è pienamente a favore del Var. Totalmente. Vuole che tutto sia nelle mani di chi è al monitor, vuole che chi dirige la gara e fa degli errori eclatanti sappia che c’è un video che sistema tutto. Per questo è furioso con Mariani e con chi, dalla sala Var di Lissone, non lo ha richiamato. E quando ieri ha sentito anche gli audio tra arbitro e Var si è ancor di più imbufalito. Le registrazioni fanno sentire che uno tra Di Paolo e Aureliano dice: «Ha fischiato il rigore, fammi vedere se c’è». E subito dopo: «Ok, rigore confermato». Quindi la conferma all’arbitro: «È come hai detto tu: cerca di prendere posizione ma gli prende il piede». Tradotto: il Var ha confermato il rigore. Damato, responsabile settore tecnico Aia, ha spiegato: «Le immagini confermano la dinamica. L’arbitro lo ritiene meritevole del calcio di rigore, il protocollo impedisce ai Var di intervenire. Il Var sarebbe potuto intervenire se il contatto non ci fosse mai stato». Qui Conte esplode: «Ma se è un errore, come è possibile che non possa intervenire per rimediare alla figura di cacca (dice proprio così, ndr) dell’arbitro in campo? Che lo teniamo a fare?». Damato ribadisce: «Sicuramente è un fallo leggero, un po’ sotto lo standard di quelli che vorremmo vedere concessi, però non è inventato». Conte ha un timore. Fiuta l’aria, sente puzza di bruciato: vuole che cambi il clima attorno al Napoli e alla lotta per il vertice e guai a mettere in dubbio, come pure fanno, il rigore di Empoli perché Politano, con quel contatto, si pure infortunato. È da inizio stagione che avverte cose che non gli vanno giù e ha sparato le sue “bordate” appena ha capito che non si poteva più farne a meno. In ogni caso, molto probabile che nelle prossime ore arrivi il deferimento per Conte: sarebbe una beffa”.