L’edizione odierna del Corriere dello Sport parla del nuovo Matteo Politano nel Napoli di Antonio Conte:
C’è chi dice che cambiare idea è sinonimo d’intelligenza, ma per ritrovarsi così uniti, a distanza di anni, ce ne vuole tanta e soprattutto ci vuole un grande esame di coscienza. Quello al quale si saranno sottoposti, autonomamente, Matteo Politano e Antonio Conte. A Milano, quando erano all’Inter, era tutta un’altra storia, tanto che il romano preso dal Sassuolo un anno e mezzo prima fu “costretto” a cambiare aria, dopo aver capito che nel 3-5-2 dell’allenatore quella fascia destra, tutta tutta, proprio non sarebbe riuscito a farla così come il suo allenatore voleva.
Si sentiva esterno offensivo, Matteo. E si sente ancora, ci mancherebbe, ma la maturità acquisita nel tempo l’ha fatto cambiare, l’ha reso più elastico, ancor più altruista di quanto già non fosse prima. E poi ha trovato terreno fertile, perché Conte l’ha ascoltato, ha studiato il nuovo Politano, s’è affezionato e l’ha protetto e ora, per l’allenatore, Matteo è diventato praticamente imprescindibile per ciò che in campo riesce a dare, al di là dei numeri offensivi, che per ora sono poveri (un gol e un assist), ma contano relativamente, se il Napoli è in testa alla classifica, se Politano il trasformista riesce a fare l’attaccante esterno, l’ala vecchio stampo o addirittura il quinto di difesa, quando c’è bisogno di dare una mano su quella fascia a Di Lorenzo.