Il 5 novembre 1989, Antonio Conte, all’epoca un giovane centrocampista di 20 anni del Lecce, segnò il suo primo gol in Serie A, una rete che rimase storica per lui ma purtroppo inutile ai fini del risultato. La partita si giocò allo stadio San Paolo di Napoli contro la squadra di Diego Maradona. Conte racconta nel suo libro autobiografico “Testa, cuore e gambe” di come quella notte, prima della partita, fosse impossibilitato a dormire per l’emozione di giocare contro il suo idolo. A 20 anni, al primo anno da titolare in A, si trovava davanti il “più grande calciatore del mondo“, ma riuscì comunque a segnare un gol di rapina, approfittando di un assist di Pasculli, il campione del mondo con Maradona nel 1986. La sua rete, che arrivò al 46′ minuto e pareggiò momentaneamente il punteggio sul 2-2, fu una gioia personale, ma il Lecce perse comunque 3-2, subendo il gol decisivo di Carnevale al 90′, pur in evidente fuorigioco, che l’arbitro convalidò.
Quella sconfitta fu ancora più amarissima per il Lecce, anche a causa della rabbia esplosa negli spogliatoi, con l’allenatore Carlo Mazzone che criticava aspramente l’arbitraggio, mentre Maradona, intervistato dai giornalisti, difendeva la validità del gol di Carnevale. Mentre Maradona partiva per Buenos Aires per sposarsi, Conte tornava a Lecce con i compagni, tra le recriminazioni per l’errore arbitrale che aveva compromesso il risultato.
Fonte: Il Mattino