Mercoledì, nel giorno del 64esimo compleanno di Diego Armando Maradona, si è svolto al Maschio Angioino, l’evento di beneficenza “La Mano De D10s”. Tra i tantissimi ospiti era presente anche Gainfranco Coppola, giornalista e autore di diversi libri come Capitani per sempre. Il nostro inviato Emanuele Arinelli ha avuto l’onore di poterlo intervistare. Le sue parole:
Siamo qui con Gianfranco Coppola all’evento in beneficenza “La Mano di Dios” per celebrare Diego. Un suo pensiero sull’evento?
“Io credo sia giusto ricordare Diego in ogni caso, pur tra diversi momenti, momenti differenti tra intellettuali, gente di campo, gente semplice, come poi era lui fondamentalmente che attraversava tutte le generazioni e tutte le classi sociali. Dico attraversava ma non è un errore, attraversa perché credo che Diego veramente sia immortale, nel senso che si tramanda di cuore in cuore, di famiglia in famiglia, di racconto in racconto e questa è la sua grandezza.
Mi piace sottolineare, mentre ho rivisto con emozione i suoi ex compagni di squadra, Caffarelli, De Napoli, il “mio calcio”.
Mi piace sottolineare che quando è scomparso gli All Blacks, che nulla avevano da condividere con Maradona, hanno depositato la maglietta col numero 10 oltre alla meta, il segno che lo sport ha sempre rispettato Maradona come esempio e come simbolo di chi difende lo sport”.
Lei ha appena citato “il mio calcio”, allora le chiedo subito un suo ricordo che ha di Diego, uno dei tanti.
“Sono infiniti, dal il primo ritiro, a quando lo chiamavamo in camera per delle interviste, alla vigilia della partita, ma uno che mi rende molto felice appartiene al suo dopo calcio.
Per la prima volta fu invitato ad una manifestazione, doveva fare una conferenza stampa e chiese a Salvatore Carmando se potessi moderarla io, in quanto persona da lui conosciuta e diciamo non complice, ma stimata perché capace di gestire anche le inevitabili domande sulla sua fuga precipitosa, all’epoca il figlio non riconosciuto e tante altre cose. Quindi per me fu un attestato di amicizia da parte sua che mi ha reso fiero, orgoglioso e commosso”.
Dove può arrivare questo Napoli a fine anno, lei ci crede allo scudetto?
Può arrivare certamente lontano, ha tutte le caratteristiche per arrivare lontano, l’entusiasmo e la forza della rosa dei titolari”.
A cura di Emanuele Arinelli
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