Qua dove c’era il venticello calunnioso della disaffezione, Conte s’è catapultato con la sua personalità schiacciante o rassicurante, fate un po’ voi: ha dato le chiavi della porta a Meret, un talento mai completamente riconosciuto; ha riacceso la fiducia in Di Lorenzo, Rrahmani e Olivera (imperioso a san Siro); ha restituito brillantezza ad Anguissa al fianco di Lobotka; e Politano, che dall’Inter di Conte era andato via, è diventato il “regista laterale” per le coperture e le diagonali. Non c’era da fare piazza pulita, dopo quell’anno orribile, c’era da riscoprire per ognuno dei protagonisti dello scudetto una centralità diversa e ispirargli un atteggiamento da condividere in un ambiente sano, ripulito dai veleni del recentissimo passato.
Fonte: Gazzetta