L’ex calciatore del Napoli e Milan, Josè Altafini, oggi 86enne, ha parlato a La Gazzetta dello Sport, dove fra le altre cose si sofferma a ricordare le sfide fra i rossoneri ed il Napoli quando c’era lui in campo e non solo.
“José ha giocato con entrambe e apre con noi il libro dei ricordi: “A Milano ho vinto tanto ma Viani mi mandò via, a Napoli pochi successi ma mi sono divertito un sacco. E quel 6-1…”
José Altafini è sempre di corsa. Ha fretta, deve andare. Ha appuntamenti, deve fare la pubblicità, guidare, discutere. Ha 86 anni, parla sciolto e veloce, con la sua cantilena italo-brasiliana. “Presto, presto, è tardi, è tardi”.
Nato a Piracicaba in Brasile, il 24 luglio 1938. Arrivato al Milan 1958 e passato poi al Napoli nel 1965, ha giocato anche nella Juventus.
Tardi per dove? Piano, José: rallentiamo…
“Io sono ancora un ragasso, con molti impegni e ho mille cose per la testa, ho tutto segnato, ho molta memoria…”.
Quindi si ricorda tutti i suoi Milan-Napoli?
“Tutti? Sì, fatemi pensare. Certo che li ricordo. Anche Napoli- Milan, il primo, all’esordio. Vuol sapere come è andata?”.
Certo, siamo qui per questo…
“Sono arrivato nel 1958, con il titolo mondiale, anche se avevo giocato poco, quell’anno esplose Pelé. Avevo vent’anni, ho giocato la prima contro la Triestina e la seconda a Napoli, al Vomero. Stadio bello e difficile, non era facile vincere. Noi ci siamo riusciti: 1-0, gol del mio coscritto Danova, classe 1938. Lo chiamavano Pantera. Non ho fatto gol, ma nel ritorno a San Siro, amisci…”.
Cos’è successo?
“Vinto sei a uno. Sei, dico. E io ne ho fatti due. Poi due Grillo, il mio amico argentino. Poi Danova e Bean. No, Liedholm non ha segnato, ha fatto l’autorete. Eravamo uno squadrone: c’era Nils, Schiaffino, Cesare Maldini. Un sacco di bella gente, abbiamo vinto lo scudetto. Io ho segnato 28 gol, ma non sono bastati: Angelillo ne ha fatti 33 con l’Inter. Allora si segnava, c’erano Hamrin, Montuori, Firmani, John Charles. Eh, una bella lotta…”.
Ha giocato con Milan e Napoli. I ricordi più belli?
“Nel Milan ho vinto tutto, anche la prima Coppa dei Campioni e mi sono divertito, tranne l’ultimo anno. Nel Napoli mi sono divertito tantissimo e vinto pochissimo. Però io e il mio amico Sivori, quando la squadra era appena salita dalla B, siamo arrivati terzi. Mica male. E abbiamo vinto anche una coppetta, quella delle Alpi. Non un granché, ma buttala via”.
Nel Napoli si è divertito tantissimo perché c’era Pesaola?
“Una meraviglia, el Petisso era l’allenatore. Ci avevo anche giocato contro nella prima partita al Vomero. Bravo conoscitore del calcio e dei calciatori”.
Al Milan un po’ meno allegria. Perché?
“L’ultimo anno, eh… Solo l’ultimo anno con quella storia che non mi va di raccontare. Diciamo che mi ha mandato via Gipo Viani, mi ha messo sul mercato e io sono andato a Napoli”.
Ma sarebbe rimasto?
“Certo. Mi hanno ceduto, anche perché non era più possibile andare avanti in quel modo. Avrei fatto qualche gol in più, magari ancora al Napoli”.