Roberto “El Pampa” Sosa, ex attaccante del Napoli, ha parlato in un’intervista a Il Mattino, in cui fra le altre cose sottolinea il suo pensiero sul Napoli di Conte.
“Dal Pampa a Big Rom. Dal primo all’ultimo centravanti – in ordine di tempo – sono passati 20 anni ed il comune denominatore è il Napoli griffato Aurelio De Laurentiis. Roberto «El Pampa» Sosa è stato il primo giocatore in assoluto tesserato dal patron della Filmauro dopo essere giunto al capezzale del club ripartendo dalla C.
Da allora Sosa ha giocato, segnato, indossato per l’ultima volta al San Paolo la maglia numero 10 di Maradona e non ha più lasciato Napoli. Oggi vive in città, segue il calcio e gli azzurri come opinionista Tv (volto noto anche di Sky). «Abito ormai da 13 anni qui insieme alla mia compagna Raffaella. La mia è stata una scelta di vita in una città bellissima».
Nei prossimi 15 giorni inizia il ciclo verità per gli azzurri?
«Faccio una premessa perché altrimenti poi Conte si arrabbia: ho sentito che lui ragiona di partita in partita ed è giusto così. Ma io da opinionista posso sbilanciarmi e fare un… bilancio. Dopo il Lecce ci saranno partite molto impegnative per il Napoli, ma anche per chi dovrà affrontare il Napoli con un dispendio ancora maggiore dal punto di vista psicofisico».
«Faccio una premessa perché altrimenti poi Conte si arrabbia: ho sentito che lui ragiona di partita in partita ed è giusto così. Ma io da opinionista posso sbilanciarmi e fare un… bilancio. Dopo il Lecce ci saranno partite molto impegnative per il Napoli, ma anche per chi dovrà affrontare il Napoli con un dispendio ancora maggiore dal punto di vista psicofisico».
Si dice che certe partite si preparano da sole.
«Non è così. O meglio, non è solo questo. Bisogna prepararle bene e sono convinto che Conte lo farà in maniera straordinaria».
«Non è così. O meglio, non è solo questo. Bisogna prepararle bene e sono convinto che Conte lo farà in maniera straordinaria».
È stato l’ultimo a vestire la numero 10 di Maradona al San Paolo in campionato. Oggi quello stadio porta il nome del Dios… Cosa si prova?
«Una grande emozione. Tra l’altro sto scrivendo un libro su questo argomento che uscirà a breve e che si chiamerà “L’ultimo D10S” (edizioni Mea). Ci tenevo a giocare l’ultima al San Paolo con quella maglia. Fu una promessa che avevo strappato al ds Pierpaolo Marino a cui chiesi prima ancora di firmare il contratto, con una stretta di mano che volevo usare quel numero meraviglioso».
«Una grande emozione. Tra l’altro sto scrivendo un libro su questo argomento che uscirà a breve e che si chiamerà “L’ultimo D10S” (edizioni Mea). Ci tenevo a giocare l’ultima al San Paolo con quella maglia. Fu una promessa che avevo strappato al ds Pierpaolo Marino a cui chiesi prima ancora di firmare il contratto, con una stretta di mano che volevo usare quel numero meraviglioso».
In quale giocatore del Napoli di oggi si rivede?
«Simeone».
«Simeone».
Non Lukaku?
«Troppo forte Big Rom. Il Cholito è argentino e capisce più degli altri il ruolo che occupa in una squadra».
«Troppo forte Big Rom. Il Cholito è argentino e capisce più degli altri il ruolo che occupa in una squadra».
In che senso?
«Lui sa che Lukaku è il titolare e sa che giocherà poche partite. E quando un giocatore capisce il ruolo che occupa anche se gioca due minuti può essere protagonista. Come è accaduto domenica scorsa ad Empoli».
«Lui sa che Lukaku è il titolare e sa che giocherà poche partite. E quando un giocatore capisce il ruolo che occupa anche se gioca due minuti può essere protagonista. Come è accaduto domenica scorsa ad Empoli».