Decisive le sostituzioni di Spinazzola e Lukaku con Olivera e Simeone: il rigore di Kvara regala i tre punti e conferma il primo posto solitario conte cambia e il Napoli vince
L’Empoli di D’Aversa chiude i varchi a centrocampo e resiste a lungo ma nella ripresa il tecnico ospite trova la chiave con personalità e incassa un’altra vittoria pesante.
Antonio Conte vince ancora. Sua, soprattutto sua la sesta vittoria del Napoli in campionato che vale ancora il primato in solitaria: 1-0 con l’Empoli, finora imbattuto e con la porta inviolata al Castellani. E non per caso. Squadra vera quella di D’Aversa, un fraterno amico del signor Antonio che per un tempo abbondante lo ha guardato dritto negli occhi senza risparmiare un solo duello. Tagliente come il vento che non ha dato tregua ma troppo morbida nelle scelte finali. Eccolo, il punto: contro certi avversari, gli errori si pagano a caro prezzo. E così, in piena sofferenza è venuto fuori Conte: all’intervallo ha scosso il gruppo, nervoso e frenato; poi ha cambiato il tipo di pressione e costruzione; e per finire anche gli uomini. Con il piglio e il coraggio dei grandi allenatori: al 14′ del secondo tempo inserisce Olivera e Simeone per Spinazzola e l’impalpabile Lukaku e la partita decolla in un minuto. Impatto ottimo, immediato: il Cholito lotta e tira, Politano conquista il rigore al 15′ e Kvara segna al 17′. Unico lampo della giornata, sufficiente, ma non ad allontanare lo spettro del d ilemma con Neres: poco Khvicha, ieri, però decisivo. Ma tanta fase difensiva e settimo clean sheet (terzo in trasferta). Conclamata la leadership di Buongiorno, a fasi alterne la regia di Gilmour, in linea con la partita dei compagni. Di pura sofferenza ma illesa, con un solo tiro nello specchio: quando hai carattere, tante soluzioni di qualità e un tecnico come Conte può finire spesso così. È il mood di una grande: per vincere non serve sempre uno show.
CHE FATICA. Il Napoli si presenta con il classico 4-2-4 orientato dai saliscendi di McTominay, ma il primo tempo è un problema. Vero: l’Empoli è feroce, la pressione offensiva e le riaggressioni estenuanti. D’Aversa disegna un 3-4-1-2 con Grassi regista molto basso, uno schermo davanti alla difesa che in fase di non possesso si sistema quasi all’altezza della linea difensiva a cinque, riducendo spazi già molto angusti. I ritmi che Gilmour prova a dettare con Fazzini addosso sono sporcati dal pressing molto alto degli avversari; McT è oscurato ora da Grassi e Anjorin – che guarda soprattutto Anguissa -, ora da Goglichidze, giovanotto della nuova generazione georgiana che agisce sul lato della stella del suo Paese, il grande Kvara. Che però, nel primo tempo, non fa che sbattere sui paletti blu: lo seguono a uomo sia Gyasi sia Goglich quando viene a giocare dentro al campo; gli manca l’aria. Sorte identica per Lukaku, schiacciato da Ismajli (e Viti). L’Empoli gestisce il possesso (55%) e crea occasioni: 10 tiri a 3, 4 nello specchio contro nessuno (due con Seba Esposito, uno con Pezzella e Colombo).
L’Empoli domina a centrocampo e così Conte alza la pressione; abbassa McTominay; e pesca dalla panchina. Con coraggio: Olivera per Spinazzola, Simeone per Lukaku. E un minuto dopo arriva il rigore in coda a un’azione ispirata proprio da un tiro del Cholito: lo prende Politano – fallo di Anjorin, la macchia su un primo tempo top – e Kvara lo trasforma in grande stile. La partita è spaccata: il Napoli è più leggero, comincia a uscire dalla pressione e conquista il campo. Poi gestisce, 5-4-1 per addormentare e ripartire. E alla fine si lascia cullare dal coro dei cinquemila napoletani felici: «Abbiamo un sogno nel cuore, torna campione».
Fonte: CdS