Ricardo Alemao, ex calciatore del Napoli, ha parlato in un’intervista a La Gazzetta dello Sport.
Ogni giorno, Ricardo Alemao si alza, si incammina e senza (quasi) ignorare il suo passato, guarda oltre: la sua vita, adesso, è raccolta in una missione, all’interno d’una fattoria, in cui 40 uomini sfidano il demone della tossicodipendenza e assieme a lui si impegnano per uscirne. “C’è anche un campetto di calcio, c’è un lago, c’è una tenuta in cui vengono allevati animali. È un lavoro – si chiama terapia occupazionale – che consente a chi ha avuto problemi del genere di rientrare in società”. Ogni alba e ogni tramonto, per Ricardo Alemao sono illuminati da una luce interiore, che splende in quell’italiano del quale è straordinariamente padrone, d’un sentimento vivo che lo riempie: “È gratificante per me ciò che faccio”. Ogni volta che squilla un telefono dall’Italia, Ricardo Alemao sente voci amiche, il richiamo di Napoli, la sua Bergamo, un mondo che gli è appartenuto e che osserva da quella latitudine, un fascio di sole da irradiare nelle anime. “Guardo quello che posso, perché poi la sera sono stanco e il fuso orario non sempre dà una mano, però mi tengono aggiornato e sono attratto da un calcio che sento mio”.
Sa quanto basta, insomma…
“Che lo scudetto se lo giocheranno l’Inter e il Napoli, le più attrezzate”.
Senza giochini di percentuali, ovviamente.
“Mi viene da pensare che il Napoli arrivi. Che ce la faccia. Però è chiaro che poi il destino possono anche orientarlo piccoli episodi. Ma Conte è l’uomo adatto ed ha a disposizione i calciatori che fanno al caso. Squadra di contenuti”.
Ha un solo nome da spendere per dire chi è il più bravo di tutti, su chi punta?
“Quello lì che non so pronunciare…”.
Facile intuirlo: Kvaratskhelia.
“Esatto. Il migliore. Per talento, per vivacità, per rapidità di pensiero, per quella energia che ti dà ogni volta che salta un avversario. È allegria”.
Un altro che l’attira per senso tattico e intelligenza.
“Lobotka mi ha impressionato, forse perché occupa la zona del campo che era mia. Ma stupisce la personalità con cui gioca, la naturalezza con la quale trova le soluzioni anche più difficili. Eppure, piccolo com’è, sa riempire il campo”.
Domenica Conte non lo avrà.
“Ma giocherà Gilmour. Il Napoli ha un centrocampo fantastico, con Anguissa, con McTominay, con Lobotka, con la loro padronanza. Non ci sono solo i muscoli, c’è sapienza”.
Ha puntato su tre calciatori del Napoli.
“Ce ne sono anche all’Inter, volendo potremmo parlare di Çalhanoglu o di Lautaro Martinez, di Barella o di chi altro volete. E pure nel Napoli si può anche allargare il concetto ad altri, per esempio a Lukaku”.
Che l’ha incuriosita non solo come attaccante.
“Dire che è un centravanti eccezionale è scontato e anche sottolineare che con Conte si capiscono anche in silenzio è banale. Fa gol, fa reparto, ovvio, è trascinante, conosce il campionato ma in generale sa cosa sia il calcio e come affrontarlo. Ma a me piace quella sua faccia, ci vedo qualcosa di napoletano nella sua espressione. E comunque, tanto per esprimere un concetto ricorrente: lui è uno che sposta i valori e in un Napoli del genere alza ulteriormente il livello”.
Deciso, quindi, che per il titolo sarà un affare a due?
“Più o meno sì. Sulla Juventus ci potrà dire il campo, perché perdere Bremer nel pieno d’un progetto nuovo è un handicap notevole. Thiago Motta sta dimostrando di avere coraggio ma senza un centrale difensivo di quello spessore la squadra rischia di avere qualche certezza in meno. È questo il dubbio che non può essere risolto, non adesso: ma basteranno poche gare per capire se qualcosa è cambiato”.
Non dimenticheremo l’Atalanta.
“Impossibile. Il trionfo a maggio in Europa League ha riempito la storia. È stato bello il modo, l’autorevolezza, quel calcio che sa di Gasperini, un maestro. È di un allenatore come lui che avrebbe bisogno il mio povero Brasile”.
Reduce dal 4-0 sul Perù, che però…?
“Lascia egualmente perplesso. Abbiamo avuto bisogno di due calci di rigore. Siamo in difficoltà, mi viene da pensare che questo sia il momento più basso per la nostra nazionale”.
Potevate avere Ancelotti come ct.
“E posso sottolineare che sono felice per lui. La sua vita è stata ricca di successi, non avrebbe meritato di affrontare i problemi che esistono adesso”.