L’evoluzione del Napoli tra allenatori e mentalità vincente

Da Vinicio a Conte: ecco come è cambiato il Napoli negli anni

Luis Vinicio, conosciuto come “O Lione“, fu l’allenatore del Napoli che nel 1975 sfiorò lo scudetto. L’anno successivo, però, si dimise poco prima della finale di Coppa Italia a causa di disaccordi con il presidente Ferlaino, lasciando ai suoi assistenti Delfrati e Rivellino l’opportunità di vincere il trofeo. Nonostante non abbia vinto molto, Vinicio ha lasciato un’impronta nella storia del Napoli, simile a quanto fece Maurizio Sarri, cresciuto a Bagnoli prima di trasferirsi in Toscana. Sarri è ricordato per il Napoli dei 91 punti nel 2018 e la successiva rottura con il presidente De Laurentiis.

Enzo Montefusco, ex centrocampista del Napoli e allenatore, elogia Antonio Conte per il suo carattere e la capacità di imporre la sua personalità nella gestione della squadra. Montefusco, che ha allenato brevemente il Napoli sostituendo tre diversi colleghi, sottolinea che, nonostante il calcio sia cambiato in termini di velocità, non si gioca meglio rispetto al passato. Conte, secondo lui, ha portato la mentalità vincente da calciatore nella sua carriera da allenatore, costruendo le squadre con un approccio manageriale “vecchio stampo“, senza l’interferenza di procuratori.

Rafael Benitez, nel 2013, aveva iniziato un processo di internazionalizzazione del Napoli, processo che Carlo Ancelotti non riuscì a completare, venendo esonerato dopo aver raggiunto gli ottavi di Champions League nel 2019-2020.

Fonte: Il Mattino

 

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