Metterci la faccia. Sempre. Soprattutto se le cose vanno male.
Antonio Conte si presentò negli spogliatoi di Verona, dopo lo 0-3 del 18 agosto, dicendo: «Chiediamo scusa al popolo napoletano, io sono il primo responsabile». Non erano parole di circostanza quelle del Comandante, caduto poche volte nella sua carriera ma sempre rialzatosi. Il Napoli si sarebbe acceso pochi giorni dopo, battendo il Bologna al Maradona. Non si è più fermato ed è volato in testa alla classifica con l’allenatore che è manager e anche testimonial del Napoli. Il volto di Conte, ritenuto rassicurante per la tifoseria, è stato utilizzato anche per operazioni commerciali. Appare infatti spesso sullo shop on-line del club azzurro, a cominciare dalla maglia con la scritta “Amma faticà” lanciata sul mercato a inizio giugno.
La firma
De Laurentiis ha inseguito a lungo Conte, con cui aveva stabilito un buon rapporto già ai tempi della Nazionale. L’idea di portarlo sulla panchina del Napoli era rimasta tale finché un anno fa, dopo la sconfitta dell’8 ottobre contro la Fiorentina, il presidente fece un passo col tecnico che aveva deciso di lasciare Londra e il Tottenham per dedicarsi alla famiglia. Una telefonata dopo l’altra, ma niente a fare. Poi la svolta verso la fine dello scorso campionato, con la firma siglata negli uffici di Roma il 5 giugno. La penna di colore azzurro, con lo scudetto. Una roller costosa che il Napoli ha rimesso sul mercato, con la foto di Conte che firma nello studio di De Laurentiis. Quel contratto ha una durata triennale, quindi oltre la festa del centenario, prevista il 1° agosto 2026. E, più recentemente, per lanciare la nuova tuta da passeggio gli uomini marketing si sono affidati a Conte: cappellino d’ordinanza e espressione concentrata anche sul set fotografico. Fonte: Mattino.it