In allerta. Come sempre. È il destino di un calciatore, ancora di più di un portiere che nel calcio ha fatto sempre un ruolo a… parte, a maggior ragione poi se sei il secondo che da qualche settimana si è preso le chiavi della porta del Napoli per via dell’infortunio capitato ad Alex Meret. Figuriamoci poi se alla ripresa del campionato dopo la sosta si va a giocare in casa della squadra con cui hai esordito in massima serie ed hai anche conquistato una salvezza ancora più bella perché sofferta. Sono i mille pezzi di un puzzle che sembra sia stato preparato apposta per Elia Caprile: al Castellani di Empoli potrebbe toccare nuovamente a lui nel caso in cui Meret non avesse smaltito completamente i postumi dell”infortunio all’adduttore della coscia sinistra (distrazione di secondo grado al muscolo adduttore lungo della coscia sinistra) patito il 21 settembre alla mezzora del primo tempo nella sfida allo Stadium contro la Juventus. Da quel momento, i pali della porta del Napoli sono stati affidati al 23enne estremo difensore nato a Verona ma con il sangue partenopeo che gli scorre nelle vene.
Caprile, nonostante la giovane età, ha mostrato di avere già una buona esperienza: non si è sottratto al peso delle responsabilità ed è riuscito a mantenere la porta inviolata degli azzurri – con la preziosa collaborazione di tutta la difesa naturalmente – per tre partite di fila (compreso la coppa Italia con il Palermo al Maradona). Soltanto nell’ultima sfida di campionato con il Como a Fuorigrotta Caprile ha incassato il suo primo (ed unico finora) gol con la divisa azzurra ad opera di Strefezza. Fortunatamente la rete dei lariani non ha inciso sul finale visto che il Napoli ha comunque portato a casa l’intera posta in palio. Domenica, alla ripresa, Caprile potrebbe tornare al Castellani da titolare contro la squadra con cui ha esordito in serie A e brindato alla salvezza. Per il giovane estremo difensore azzurro sarà un tuffo nel recente passato con vista dall’alto. Il Napoli infatti arriva ad Empoli da capolista e proverà a rientrare all’ombra del Vesuvio con lo stesso ruolo, magari anche guadagnando qualche punto sulle avversarie. Per farlo ci sarà bisogno di tutti: anche di un portiere che abbassi la saracinesca e, dopo un pizzico di comprensibile emozione, sappia gettarsi tutto alle spalle.