Un uomo solo al comando, la sua maglia è azzurra, il suo nome è Antonio Conte”. Pare di sentire la voce del radiocronista Mario Ferretti nella storica tappa Cuneo-Pinerolo del 1949, quando esaltò lo scatto di Fausto Coppi con una frase iconica rimasta nella storia. La maglia del Campionissimo all’epoca era biancoceleste, ma cambia poco. Vedi Napoli e poi… voli. Il Comandante è tornato e ora tutti devono fare i conti con lui. La speranza dei suoi nuovi tifosi e la paura (e il rimpianto…) di quelli avversari si sta materializzando: dopo sette partite il Napoli è primo in classifica, completamente trasformato dal suo allenatore nel gioco, nella mentalità, nell’atteggiamento, nel carattere, nella convinzione, nello spirito di sacrificio. La squadra che dopo lo scudetto si era sfarinata, bruciando tre allenatori, perdendo 11 partite, subendo 48 gol e finendo decima a 41 punti dalla prima e a 15 dalla quinta (ultimo posto valido per la qualificazione in Champions) è stata ricostruita e riportata in alto in pochi intensissimi mesi. Una vera full immersion nel mondo Napoli fin dal primo giorno: testa bassa e sui pedali per scalare la montagna, sapendo che il traguardo è ancora lontano e per ora bisogna solo pedalare, pedalare, pedalare, senza guardare dietro gli altri.