TG1 parla ROMELU: «Io ho giocato in Premier, ma la Serie A sta veramente tornando»

Romelu parla ai microfoni del Tg1 della sua prima parentesi napoletana: il calcio, il Belgio, la sua vita, gli obiettivi. «Il titolo più importante della mia vita, beh, spero che sarà il prossimo», dice stuzzicando i sogni di un popolo che da quando è arrivato Conte, e da quando l’hanno raggiunto proprio personaggi del calibro di Lukaku, McTominay, Neres e Buongiorno, ha asciugato le lacrime di rabbia e tristezza post scudetto, ritrovando la gioia. «Non sono andato in nazionale perché in questo momento pensavo che rimanere qui a lavorare con la mia squadra fosse più importante. L’anno scorso non ho fatto il ritiro e alla fine l’ho pagata». L’esperienza insegna.

LUI E CONTE. Poi, la relazione con l’allenatore che nel corso di un’intervista rilasciata in Belgio prima dell’Europeo definì come il migliore mai incontrato in carriera. Il signor Antonio, certo: «Per me è stato molto importante ritrovare Conte, tutti sanno che tipo di rapporto ho con lui. Questo fa una grande differenza». All’Inter, nel biennio 2019-2021, ha conquistato uno scudetto e soprattutto ha reso come mai nella sua carriera, realizzando 64 gol in 95 partite tra campionato e coppe (47 in 72 presenze in Serie A). Tre anni dopo l’idea è quella di ripetere la storia, anche se la situazione è ovviamente molto complessa. «Io ho giocato in Premier, ma la Serie A sta veramente tornando». Nel senso: cresce il livello, crescono le difficoltà.

LA CUCINA. Lukaku si sofferma anche su altri aspetti. Decisamente slegati dal calcio e dai futuri impegni che attendono gli azzurri dal 20 ottobre a Empoli. Tipo la cucina, italiana e napoletana: «Ogni tanto mi piace cucinare, sì, ma quando non faccio da me, generalmente mangio qui, al centro sportivo. Il mio piatto preferito in questo periodo sono le cosce di pollo con le patate dolci e le verdure, mentre il mio piatto preferito in Italia è la carbonara. Quella è la migliore».

E la pizza? «Non l’ho ancora assaggiata, sono disciplinato».  

 

PASSATO E FUTURO. Finale dedicato al passato e al futuro. Innanzitutto gli esordi con l’Anderlecht, la casa che un giorno ritroverà. Domenica scorsa è stato al Lotto Park a tifare per la sua prima squadra contro lo Standard Liegi, incassando una standing ovation da brividi dai tifosi e anche l’applauso dei giocatori negli spogliatoi a fine gara: «Con l’Anderlecht, a 16 anni, ho segnato il gol più importante della mia carriera: mi ha cambiato la vita. A Bruxelles, tra l’altro, vivo: è la mia città, ci sono i miei amici e la mia famiglia. Quando riesco amo giocare ai videogame con mio figlio maggiore». Romeo. Poi, il futuro: «Farò l’allenatore». Facile capire a chi s’ispirerà.

 

Fonte: CdS

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