Invece di pensare alla città invasa dai rifiuti, si corre allo stadio

Una delle più rilevanti questioni meridionali nel calcio fu sollevata poco meno di cinquant’anni fa e riguardò il Napoli. Dopo aver sfiorato lo scudetto, nell’estate del 1975, Corrado Ferlaino pensò a un grosso colpo di mercato per far sì che il sogno che inseguiva dal 1969, l’anno in cui diventò presidente, potesse trasformarsi in realtà. Decise cosi di acquistare il bomber del Bologna, Beppe Savoldi, pagando la cifra record di 2 miliardi di lire, trasformandolo nell’acquisto più costoso dell’epoca.

 

 

 

 

L’onda razzista al tempo non era ancora molto forte negli stadi, ciò nonostante si scatenò una furiosa polemica contro Napoli e i napoletani: invece di pensare alla città invasa dai rifiuti corrono a fare l’abbonamento perché è stato acquistato Savoldi. Chiaramente le problematiche della città e le aspirazioni della società calcistica non erano in alcun modo collegate ma la polemica divampò e tra gli interventi si registrò quello autorevole dello scrittore Domenico Rea, che pubblicò un articolo sulla rivista “Il Napoletano”, di proprietà di Ferlaino.
Rea, come riporta il Mattino, non si riteneva un competente di calcio ma capì benissimo che quella di Ferlaino, che di lì a qualche anno avrebbe acquistato Maradona, non era una follia bensì una ragionata operazione. Quell’investimento calcistico infatti  avrebbe accresciuto l’orgoglio dei napoletani e ancor di più crebbe nove anni dopo, quando sbarcò Maradona e regalò per ben due volte lo scudetto alla città partenopea.

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