Krol ricorda Neeskens: “Ha anticipato un comportamento tattico, ma non si tirava indietro nei contrasti”

Le parole dell'ex Napoli

Rudi Krol, ex giocatore di Ajax, Vancouver, Napoli e Cannes, vincitore di 3 Coppe dei Campioni, una Intercontinentale e una Supercoppa Uefa, ha rilasciato un’intervista in cui ha parlato del compianto Neeskens e dell’Olanda degli anni Settanta: “Neeskens? Il compagno di quelle stagioni ma anche un amico vero con il quale avevamo il piacere di incontraci ogni volta che si poteva. Era accaduto a marzo scorso, a Francoforte, ma succedeva assai spesso, come è facile immaginare, a gare delle nazionali, a cerimonie in cui venissero invitati i simboli di quell’Ajax. Quella squadra è stata rivoluzionaria, merito di Michels e poi di Kovacs, di due tecnici straordinari e di un gruppo di calciatori che si fusero nel concetto di calcio totale. C’era una qualità elevatissima, dal punto di vista tecnico ma pure umano. Oggi si direbbe di lui: è un giocatore box to box. Ha anticipato, come gran parte di quegli uomini, un modello di comportamento tattico, è stato incisivo. Era deciso, si faceva sentire eccome, ne avvertivi la sua presenza anche fisicamente, non si tirava indietro nei tackle, anzi. Aveva una personalità spiccata, dominante. Era un mediano trascinante che non si poneva limiti: poteva fare gol e ne segnava, ma tanti, in qualsiasi modo, di testa, di piedi, attaccando lo spazio. Sapeva sposare le due fasi, te lo trovavi dove sentiva fosse necessario esserci. Diventava un fattore. Aveva gamba, copriva in ampiezza e in profondità e poi sentiva la porta come se fosse un attaccante. Basterebbe dare un’occhiata alle sue statistiche. Aggiungeva, poi, una freddezza divenuta esemplare dal dischetto. Cos’altro avrebbe dovuto o potuto aggiungere a tutto ciò? Neeskens era andato al Barcellona, con Michels. Poi, quando pure quella esperienza si concluse, volle provare in America. Ed io, qualche mese dopo che lui era arrivato ai Cosmos, approdai a Vancouver, in Canada, dove restai poco: rimasi affascinato dalla proposta del Napoli. Neeskens portava in giro per il mondo ciò che vivrà di quella scuola. Gli piaceva il calcio e lo amava con un sentimento forte che aveva assorbito da ragazzo e che non lo aveva mai abbandonato. Sabato aveva tenuto una lezione in Algeria, dove era andato come rappresentante della Federazione: portava in sé la passione per il gioco, la sua visione, la sua dedizione. Era l’insegnante, l’ambasciatore, il testimone, il protagonista di quell’epoca“.

Fonte: Gazzetta dello Sport

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